Categoria: ‘CONTRORIFORMATORE’

CAPITOLO 13

Poco male pativano i contribuenti per li abusi dei sindaci o dei delegati di quartiere, ma gravi per le usurpazioni di deputati e ministri, e gravissimi per quelle dei banchieri.
Si eccitò dunque la ribellione dei villani non votanti contro il governo e la magistratura, che sì parea punire li corrotti, ma anco puniva poi tutti coloro che da fieri sovrani di se stessi andavano a danneggiar l’istituzioni, o li cantieri delle grandi opere.
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CAPITOLO 12 

Pressato da li sfottimenti del Controriformatore, il Governo dovette tuttavia metter mano anco a una Riforma-di-Se-Stesso.
E promise di modificare la vita e i costumi dei Politici, sia questi costumi fossero lascivi, sia non vi fossero affatto per risparmiar tempo nello spogliar la Ruby o Maria Elena di turno.
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CAPITOLO 11 

 Un clamoroso autogoal però fé il Renzi quando twittò: “Se ben gli scandali e la corruzione siano veri, si deve sopportar pazientissimamente ogni male” (che poi, a dirla tutta, “pazientissimamente” lo digitò senza una “s”, e pochi lo lessero, essendo parola troppo assai lunga e vecchia, immeritevole d’hashtag).
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CAPITOLO 10

Incapace tuttavia di frenare i “mi piace” al Controriformatore, Renzi pensò di far scrivere sulle lavagne luminose delle scuole della nazione (qualora le abbiano, e qualora non crolli un controsoffitto sulle suddette lavagne) che “Il Controriformatore usa la medesima via usata già da Al Qaeda e dall’Isis, permettendo tra l’altro che siano saziate l’inclinazioni carnali, un po’ al modo dell’harem e dello stupro di collegiali rapite da Boko Haram, e un po’ al modo dei bungabunga del precedente premier”


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CAPITOLO 9

Renzi affermava esser misera la condizione dei Premier, poiché vedeva chiaro che non potevano far bene, neanco volendo e faticandosene. Concluse che non era possibile mandar alle Camere alcun effetto delle riforme, e che bisognava si contentassero di credere alle sue promesse.


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CAPITOLO 8

Renzi doveva comunque pur rispondere ai moderati democristi. Perciò in materia di divorzio il levar molti dei ritardi burocratici per renderlo breve era considerato da molti come cosa che rallentasse il nervo della disciplina, oltre a indebolir la società tradizionale cattolico romana.
Inoltre il levar le spese pecuniarie per i ricorsi alla Sacra Rota non si poteva fare senza andare a cercar danaro in altri uffici.


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CAPITOLO 7

Tuttavia Vendola, dialettico sinistro e politico consumato (e qui si sorvoli sul tipico commento leghista sul dove egli consumato fosse), tentava di dissuader i governativi da tal proposito condonista (e si sorvoli pure sullo storpiamento in “condomista” che gli stessi leghisti urlarono in Aula come commento).
Vendola, per poter vendere il nuovo decreto al proprio elettorato non certo entusiasta delle similitudini tra Renzismo e Bungabunghismo precedente, proponeva fosse cosa chiara che, quantunque il Governo potesse liberare col mezzo del condono gl’evasori da qualsiasi sorta di pena, la sola vera e propria confessione volontaria di fronte agl’inquirenti fiscali fosse fonte di totale assoluzione.


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CAPITOLO 6

Con il suo tipico snobismo ghepensimista in salsa fiorentina, Renzi non dava altro titolo alla campagna del Controriformatore se non di “insipida”. Proprio lui, peraltro, il qual pane non dovrebbe saper di sale, e ciò comprova ulteriormente ch’egli era ben sappiamo poco florentino et molto invece arcoriano.


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CAPITOLO 5

Il Controriformatore fu ricercato da Renzi di piana e semplice risposta: se voleva difendere o no il contenuto dei propri siti. Al che rispose di non poter bannare alcuno dei prolississimi post ivi pubblicati, se non era convinto da confutazioni di pari livello dialettico anziché di slogan da 120 caratteri.
Fu così proposto che sottomettesse il tutto al giudizio del futuro Forum Internazionale per l’Ambiente e le Culture, promosso all’interno dell’Expo milanese del 2015.
Ma ritenendo il Controriformatore di non sottostare a un giudizio sì inquinato da lobby appaltatrici delle pale elettriche, egli venne dichiarato “terrorista”; proibendo a tutti di riceverlo o difenderlo in qualunque modo favoreggiante; e che nessuno possa leggere suoi scritti, o tenerne copia stampata, o archiviata in file su qualsiasi supporto, compresi i paleolitici floppy disk.
Ma queste opposizioni tutte non causavano altro se non che s’eccitava la curiosità di molti.
E il Controriformatore ad approfittarne per scandalizzarli, suggerendo che i governi progressisti superassero le quote rosa con la nuova formula del render onorevoli automaticamente le prorie concubine, acciò il parlamentarismo non insidiasse la pudicizia delle donne oneste.
In questo stato di cose, cangiò da presidente inamovibile a senatore a vita Napolitano, e fu eletto Mattarella. Fu costretto ad aspettare nella città siciliana di Barcellona il passaggio di un’allerta meteo, poi s’imbarcò su un traghetto di linea, e da lì – su un Maggiolino tutto mattarello di cui lui stesso volle stare alla guida almeno nel tratto tra le due soste in autogrill – raggiunse Roma e il Quirinale.

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(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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CAPITOLO 4

Il Controriformatore, avuto nova di ciò, postò un nuovo sbeffeggio del rottamatore in forma di graffito sulla facciata di casa di Zuckenberg, raffigurante la Madia che modificava il Partenone mettendo boccoli ai capitelli mentre un Fonzarello appoggiato a una colonna digitava autisticamente sullo smartphone.
Intanto i probiviri del Partito Democratico, vedendo il decreto censorio di Renzi, restarono con maraviglia per l’uso di articoli tanto intricati e così lunghi e prolissi che a pena era possibile di cavarne di senso. La classica legge itagliota fatta per esser opinabile da un ben retribuito collegio di difesa. O per essere rimandata alla Corte Costituzionale per poi trovarla in più punti da modificare, se non proprio abrogarla.
Ma le facoltà di informatica di Colonia e Lovanio, in immediata applicazione delle disposizioni, oscurarono perentoriamente i siti del Controriformatore.
Infine ognun venne in opinione che fosse necessario un legittimo dibattito parlamentare, e fors’anche una commissione d’inchiesta.
Si celebrò intanto in Germania, all’interno del talk show Vormazia, un faccia a faccia a cui venne invitato anche il Controriformatore. Contra il parere di tutti gli amici, ed ancor più dei grillini, il Controriformatore disse che se ben fosse certo d’aver contro tanti diavoli quanto amianto era sui tetti di quel capannone prestato alle scenografie riprese televisive, voleva andarvi.
Come fece.
Disse che era cosa pur troppo chiara che i territori occidentali gemevano sotto la servitù iperowelliana, e che il ritrattare le cose dette e scritte non sarebbe stato altro che confermare quella tirannide di banchieri, industriali, e vips del jetset mediatico e sportivo.

(continua…)


(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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