ISTORIA DELLA CONTRORIFORMA (sarà un rottame che vi seppellirà)

CAPITOLO 8

Renzi doveva comunque pur rispondere ai moderati democristi. Perciò in materia di divorzio il levar molti dei ritardi burocratici per renderlo breve era considerato da molti come cosa che rallentasse il nervo della disciplina, oltre a indebolir la società tradizionale cattolico romana.
Inoltre il levar le spese pecuniarie per i ricorsi alla Sacra Rota non si poteva fare senza andare a cercar danaro in altri uffici.

Infine lo frenò e fece venir a nuove risoluzioni il dottor Amato, versatissimo nelli maneggi, e già usato dai governi del passaggio alla seconda repubblica.
Amato commentava la bontà e l’ingenuità di Renzi, e l’animo suo propenso alle riforme, aggiungendo però che non poteva aver laude della sola intenzione, se non v’eleggesse anche mezzi opportuni.
Ma anco gli disse non esservi speranza di confondere e estirpare i Cinquestelle con la correzione de li costumi gozzovigliatori de’ Parlamentari, e che anzi questo era un mezzo che avrebbe aumentato il credito dei Grillini stessi, riconosciuti nella ragion de’ loro attacchi. Imperocché la plebe si sarebbe persuasa similmente che anco le altre novità proposte dal comico Beppe avessero buoni fondamenti.
In tutte le cose umane, il ricevere soddisfazione in alcune richieste dà propensione di procacciarne altre pensando che gli siano dovute, spiegò il Dottor Sottile (et pure Stronzo) a Renzi.
Ed aggiunse che leggendo le passate istorie dei tempi, dal crollo dell’Impero Romano sin a Mani Pulite, tutte le rivolte fossero eccitate col pretesto proprio de’ li costumi corrotti.
Et con tutto ciò, nessun Governante dell’istoria reputò dunque mai utile mezzo il riformarli.
“Nissuna cosa”, concluse Amato, fa perire un Governo maggiormente che il mutar li modi di reggerlo. I quali sempre quelli sono e saranno: voto di scambio e alla peggio una macelleria messicana tipo Diaz.
“Non con le riforme s’estinguono l’eresie, ma con le Crociate”, disse ancora Amato congedandosi, ed indicando verso il Vaticano dalla finestra di Palazzo Chigi, come a dire: guarda e impara, pivello, ché lor sì che san come s’ha a fare.

(continua…)


(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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