ISTORIA DELLA CONTRORIFORMA (sarà un rottame che vi seppellirà)
CAPITOLO 7
Tuttavia Vendola, dialettico sinistro e politico consumato (e qui si sorvoli sul tipico commento leghista sul dove egli consumato fosse), tentava di dissuader i governativi da tal proposito condonista (e si sorvoli pure sullo storpiamento in “condomista” che gli stessi leghisti urlarono in Aula come commento).
Vendola, per poter vendere il nuovo decreto al proprio elettorato non certo entusiasta delle similitudini tra Renzismo e Bungabunghismo precedente, proponeva fosse cosa chiara che, quantunque il Governo potesse liberare col mezzo del condono gl’evasori da qualsiasi sorta di pena, la sola vera e propria confessione volontaria di fronte agl’inquirenti fiscali fosse fonte di totale assoluzione.
Piacque a Renzi la proposta di Sel, e la fece sperimentare dapprima nel Comune di Roma, e poi in tutto il Paese. Ma tante difficultà si vedevano attraversare nell’attuazione di tal riforma fiscale.
Finché Draghi riferì sia a Renzi che in sede eurobbea che tale riforma era stimata irreuscibile, e quand’anche fosse continuata, in luogo di rimediare alli presenti mali ne avrebbe suscitato di molto maggiori, poiché le pene canoniche erano andate in disuso, mancato il fervor civico antico, diciamo quello della ricostruzione postbellica, e che le nuove generazioni di imprenditori, abituati ed assuefatti a corruzione e impunità, non le avrebbero più potute sopportare. Volendo ritornarle in auge, prima era necessario ritornare allo stesso zelo idealistico e calore di partecipazione democratica dei Padri Costituenti.
Secondo Draghi, il nuovo millennio non era uguale ai secoli passati, quando tutte le deliberazioni delle Autorità erano ricevute senza pensarci più oltre; al presente ognuno vuol farsene giudice ed esaminare le ragioni, per poi commentare su appositi gruppi Facebook e crear movimenti d’opinione ostili alle tasse.
Penetrarono queste ragioni nell’animo di Renzi, facendosi largo tra ‘l cerume che appositamente egli faceva accumular nelle sue orecchie per non sentir i lamenti di D’Alema, Bersani e Camusso. E lo resero perplesso in quanto trovava anche non minori difficoltà nelle altre cose che si era proposto di riformare.
(continua…)
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(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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