ISTORIA DELLA CONTRORIFORMA (sarà un rottame che vi seppellirà)
CAPITOLO 9
Renzi affermava esser misera la condizione dei Premier, poiché vedeva chiaro che non potevano far bene, neanco volendo e faticandosene. Concluse che non era possibile mandar alle Camere alcun effetto delle riforme, e che bisognava si contentassero di credere alle sue promesse.
E d’altra parte questo era l’insegnamento primigenio che gl’insegnò un nobile Qavaliere caduto da cavallo, che non potendo più cavalcare s’era dato a fare lo stalliere con tal Mangano, nonché il tutore rousseauiano ai giovini dell’alta borghesia florentina.
Tuttavia Renzi dichiarava che quella promessa riformatrice egli voleva compierla in reale, quand’anche avesse dovuto ridursi il vitalizio per dimostrarne la veridicità.
E nelle dichiarazioni dei briefing diceva che se ben predisse Don Sturzo che le opposizioni erano necessarie per l’esercizio di chi detiene il premio di maggioranza, esse erano tollerabili nelle opportunità dei tempi, e non certo in quelli quando, trovandosi l’Itaglia soggiogata dai patti finanziarii della Zona Euro, si doveva metter ogni studio per purgare il male interno.
Ma un fuori onda di Striscia riuscì a dimostrare che la vera intenzione di Renzi, non potendo con le vie del corteggiamento da parte di altri gruppi parlamentari o della vera e propria compravendita di senatori convincere il Controriformatore a desistere dalla sua opposizione ostruzionista, si sarebbe venuti a rimedi aspri ed infuocati, come l’esempio storico del potere temporale della Chiesa (per fare un esempio basato sulle comuni radici cristiane dell’Eurobba) ricordava si fosse fatto in tempi antichi a Datan, Abirod, Anania, Saffira, Gioviniano, Vigilanzio, Giovanni Hus e Gerolimo da Praga.
Quanto ai colleghi parlamentari, Renzi sosteneva che a far fuori dai giochi (e dalla faccia del pianeta, se necessario, come un Pecorella o un Calvi per capirci) il Controriformatore avrebbe dovuto muoverli l’ingiuria fatta da questo cagacazzo ai loro progenitori istituzionali, che mai – per coerenza alla lor etica di corrotti a pieno titolo – avrebbero negato un condono fiscale o edilizio ai propri stessi elettori.
(continua…)
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(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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