ISTORIA DELLA CONTRORIFORMA (sarà un rottame che vi seppellirà)

CAPITOLO 11 

 Un clamoroso autogoal però fé il Renzi quando twittò: “Se ben gli scandali e la corruzione siano veri, si deve sopportar pazientissimamente ogni male” (che poi, a dirla tutta, “pazientissimamente” lo digitò senza una “s”, e pochi lo lessero, essendo parola troppo assai lunga e vecchia, immeritevole d’hashtag).Quanto alli predicatori, ai blogger, e addirittura ai nostalgici del ciclostile, Renzi ricercò che s’osservasse che per l’avvenire nissun potesse più dire la propria, se l’opinione sua non fosse esaminata dalla Prefettura.
Ma poiché il premier diceva che non bisognava, nel riformare, provveder a tutto assieme, per il pericolo di causar danno maggiore, ma far le cose passo a passo, con un susseguirsi di impegni riformisti a termini di 150 giorni, il Controriformatore e i suoi se ne ridevano, soggiongendo che ben passo a passo, ma in maniera che tra un passo e il successivo, tra emendamenti della corrente minoritaria o dell’alleato alfaniano, intervenisse la distanza non di 150 giorni, ma di 150 anni.
Ed al centralismo partitico di derivazion primorepubblicana, il Controriformatore opponeva un modello secondo il quale alle decisioni governative dovevan partecipare i popolani, e s’intendeva i veri popolani, Ilario, Ambrosio, Agostino, Gieronimo detto Gierocs, e altri tali. E qui va aggiunto che Gieronimo rispose all’appello con un evidente dito medio sollevato.
Intanto alla Camera la Madia, esponendo le sue innovazioni all’amministrazione pubblica, disse di sentir molta maraviglia al pensier di sopportare che fosse estinta ed abolita la prassi, li riti d’ufficio, e l’andazzo in cui erano nati ed educati essi, e li loro padri, e maggiori.
Ma per dimostrare atteggiamento di sinistra, ai funzionari et pubblici impiegati la Madia tenne a chiarire che toccava a loro stessi di metter innanzi la via del come riformare, li quali sapevano la condizione dei lavoratori e delle necessità logistiche e pratiche della gestione de li loro offizi.
Parola quest’ultima che i pubblici impiegati udirono piuttosto come “orifizi”.

(continua…)



(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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