ISTORIA DELLA CONTRORIFORMA (sarà un rottame che vi seppellirà)
CAPITOLO 6
Con il suo tipico snobismo ghepensimista in salsa fiorentina, Renzi non dava altro titolo alla campagna del Controriformatore se non di “insipida”. Proprio lui, peraltro, il qual pane non dovrebbe saper di sale, e ciò comprova ulteriormente ch’egli era ben sappiamo poco florentino et molto invece arcoriano.
Ed aggiungeva ch’essa fosse irragionevole, e giudicava che nissuna persona, se non qualche pochi sciocchi (proprio lui che servo sciocco solea esser nominato da li avversari cibernetici), la credessero.
Secondo Renzi, il seguito che il Controriformatore aveva, era di persone in realtà irritate dalle oppressioni romane; e però era cosa facilissima estinguere quella dottrina, che non era fondata salvo sopra gl’interessi.
Onde pensava che col dare qualche soddisfazione – che so, i soliti 80 euro elargiti a questo e a quello – facilmente si risanasse quel corpo.
E tenendo per fermo che importasse molto usare celerità, come al solito ponendo in un tot di giorni la realizzazione di una sua qualche promessa riformatrice, deliberò far la prima proposizione nell’Expo che s’andava aprendo a Milano.
L’idea di Renzi era di porre un condono fiscale a chi facesse opere di interesse pubblico; se però l’opera mancasse di qualche esattezza, l’imprenditore non ottiene il condono.
Ed ecco secondo il premier messi a tacer coloro che griderebbero allo scandalo di fronte a una sinistra permissiva con gl’evasori di grandi capitali.
Subito però pensò l’NCD ad emendare il decreto, di modo che per difetto dell’opera non si guadagnasse tutto il condono, ma si ottenesse se non altro un condono proporzionale.
Così da far sì che gli imprenditori, ben sapendo di costruire sempre et comunque opere fallaci (viadotti, condomini, istituti scolastici) prestamente autosfasciantisi (vuoi per cemento impoverito, vuoi per qualch’altro risparmio sui materiali) non si ritraessero dal cercar di attuare la procedura.
(continua…)
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(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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