ERNESTO CHE DADULLAH

Inseguendo una libellula su un prato di papaveri d'oppio, gli ammmeroafghani trovarono la salma di Ernesto Che Dadullah. E, come decenni fa in quel di Bolivia, hanno poi esposto il cadavere, fasciato in un lenzuolo rosa.
Che cosa sia accaduto veramente, e chi veramente sia, quel corpo mozzo (trovare un barbuto omaccione senza un arto e' probabilisticamente alto, in una terra dove son tutti barbuti, e in molti han perso la gamba su una mina), non lo sapremo mai:

potrebbe trattarsi di un sosia, pantomima di exit-strategy in verscion talebana (si e' sempre esposto molto, Dadullah, per cui – volendo mettersi al sicuro – cosa di meglio che smetter di lasciare videointerviste a Sky, e far trovare un sosia massacrato, tornar nell'anonimato, e proseguir la battaglia?), oppure e' davvero lui, quel corpo morto, e la sua figura si staglia carismatica nell'immaginario degli altri combattenti, spingendo ad andare avanti, come accade per molti leaders caduti, la cui aura capeggia i sopravvissuti.
Quello che do' per certo – fosse vero che sia Dadullah quel corpo in drappi rosa – e' che non e' stato ucciso da armi ienchi, bensi' da un'altra fazione partigiana (i talebani stessi, o qualcheduno che ha vendicato Massud): la versione ufficiale dice infatti non che sia “stato ucciso in scontro a fuoco” ma che sia “stato trovato insieme ai corpi di altri 11 morti talebani, e poi individuato, insieme a un suo fratello” (dal Corsera).
Qualcun altro l'ha ucciso, e l'ha lasciato in modo che fosse trovato dagli Ienchi, i quali – intenti a sparare sui civili – piuttosto lo avrebbero “fatto” con un missile teleguidato sul satellitare (si veda in archivio il mio brano precedente sul suo telefonar continuamente), e non avremmo un cadavere, ma qualche brandello carnale da far analizzare…
E chi l'ha ucciso, pero'? Non si puo' dire, ma si puo' intuire che possa essere stato (in quella terra con guerra civile tra bande e tribu rivali post-sconfitta dei russi, circa '94) un affiliato di brigata avversa, quali appunto gli Hazari di Massud. Oppure proprio i talebani stessi, alle cui norme Dadu' disobbediva, mostrando il volto, esagerando in sanguinarieta', od egocentrizzando su di se' la liderscip dei “cattivi”.
Chi trova i relitti puo' dire “sono miei”, dice il diritto d'Albione: cosi' gli ammmericani posson prendersi il morto trovato gia' morto, e far trofeo – sciacalli – dell'uccisione…


(c) Apolide Sedentario 2007

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