CAMPI ONE, MA CHE L’ERBA CRESCA intravista esclusiva di Apolide Sedentario ai Campionidelmondo 1982 con: Mariella Scirea, Pietro Vierchowod, Gianni Vasino

0. PREAMBOLO

E’ il 1982. Gli azzurri della nazionale di Enzo Bearzot stanno per andare in Spagna a giocarsi i campionati mondiali di calcio che poi vinceranno inaspettatamente grazie alle serpentine del 7 Bruno Conti che poi la crossa in mezzo e lo squalificato totonerista Paolo Rossi deve solo appoggiarla dentro. C’è da fare il ritiro sportivo premondiale. Alassio si candida per ospitare i calciatori. La nazionale accetta l’invito, ma esige che il campo di allenamenti sia in erba. Il campo sportivo di Alassio non è in erba, ma con ingente spesa (record storico di spesa pubblica sino a quell’anno, come sottolineano le autorità locali) e a tempi record il manto erboso viene realizzato. Campi one, che l’erba è cresciuta. Ohi erba ti amo, ohi erba ti voglio (Gei Azz).

1. ALA DESTRA ALA SSIO, ALA SINISTRA CAUSIO E L’EFFETTO

Ero bambino, figlio del nazional-quindicalcistico-popolare, e al bivio del paesello in quella notte mondieu-ale fui lo speaker a squarciagola gioiosa della festazza per la Coppafifa, con le automobili dei torinesi in transito a tutto clacson per partecipare, lontani ancora dai popopopopopopo.
Piu’ di 30 anni dopo quel Mondiale, l’amministrazione alassina, scoprendo infranta l’originaria “piastrella del Muretto di Alassio” firmata all’epoca da tutti i calciatori, decide di rinnovarla, reinvitando i campeones in un sabato mattina soleggiato, affinché autografino una nuova ceramica da poi affiggere allo storico muretto di Berrino.
Si presentano sparuti reduci (Marini, Bordon, Vierchowod), la vedova di Capitan Scirea, e Bettega (che al Mondiale non andò per infortunio, al quale seguirono ulteriori storte con lesioni per legamenti a Moggi).
Apolide Sedentario scrisse negli anni ’90 il racconto meta-fisico (nel senso di leggi universali fisiche caotiche acausaliste) e meta-calcistico (nel senso prestipedatorio come direbbe Gianni Brera) “Causio e l’Effetto”. Il barone Causio era uno di quegli azzurri mondiali. Uno di quelli che ha disertato Alassio stamattina. Beccandosi un 3-0 a tavolino del Bar Roma.

CAUSIO E L’EFFETTO
estratti dal racconto originale di marino ramingo giusti (1998)

sua eccellenza
il barone
anche stamane
ci ha dato
un’eccellente dimostrazione
di come eccelle
nel giuoco
del pallone

è arrivata una bolla papale
causio, annoiato, si mette a palleggiare

il giardino primaverile è uno splendore
c’è pubblico femminile in cappellino
e ombrellino, alla moda impressionista.
un’aria mattutina puntinista, impregnata di pollini

il barone guarda il bersaglio,
tira il calcio,
e segue la bolla papale con la vista

non guarda la palla prima di calciare:
il vero barone giuoca a testa alta
come se il piede sapesse cosa fare
per regalare emozioni sugli spalti

 

 

2. INTRAVISTA ESCLUSIVA A MARIELLA SCIREA

Mariella Scirea, vedova di Gaetano Scirea (ed elegante custode zelantissima del patrimonio etico sportivo ed umanistico del marito, nonché sempre netta e limpida nelle dichiarazioni che i media ciclicamente le richiedono a proposito di razzismi, violenze, mercificazione selvaggia), riceve come un assist la copia integrale del racconto “Causio e l’effetto” che – le spiego – era in realtà destinata (rara com’è: tutti esauriti i volumi in cui fu pubblicato, che eravamo a cavallo del millennio) a Causio il barone in persona, dopo essere stata concessa in passato solamente al buonanima Giampaolo Ormezzano, che moltassai la gradì.
La vedova Scirea l’apprezza e dice: “Ne farò immediatamente una copia, e appena vedrò Causio gliela consegnerò io”. Mariellascirea maggrazie!
Come a salvarmi in corner, le anticipo che il mio approccio a chi intravisto è sempre caustico, e in questo caso anche “volgare” il giusto (il giusti). Davanti a una Signora non si chiede l’età, né (si sa) s’usano terminologie trivali… Mariella Scirea piazza apposita barriera e schiera le marcature, ma appena sente la domanda esplode tosto in compiaciuta risata.

APOLIDE SEDENTARIO:
“Guarda il mondo come sta andando e dimmi un po’: ma tu che sei campione del mo, ‘ndo cazzo vai?”

MARIELLA SCIREA:
“E’ una bella domanda, perché – di mondo attuale parlando – conoscendo Gaetano di fronte a una domanda così avrebbe qualche perplessità e farebbe grandi riflessioni.
Oggi il mondo è come i gamberi, pensa di andare avanti in una evoluzione. E invece è il passato che ci ha regalato il bello e l’indimenticabile, che forse non potremo più vivere.”

 

3. INTRAVISTA ESCLUSIVA A PIETRO VIERCHOWOD

Di tre campioni del mondo (più uno che partecipò alle qualificazioni, Roberto Bettega in Moggi), due (Bordon e Marini) si involano immediatamente sulla fascia, e spariscono dal piccolo aggregato di convenuti con banda musicale dei bimbi del paese, più buffet.
Mi resta così a portata solo Vierchowod.
Un ciclista, per me che sono del Grifone. Solo Genoa a Genova, si sa.
E glielo dico, a Pietro il distruttore di tibie e peroni, il cerbero da combattimento messo a stopper da Bearzot per uccidere le punte avversarie, ed eliminare il problema (ed il cadavere). Glielo dico che mi mette serio malessere fisiologico intravistare proprio lui, io che sono del Vecchio Balordo Rossoblu.
Vierchowod si tende in smorfia di corrispondente reciproco disagio, ma sotto sotto ride come me. Pronto forse a darmi una tacchettata sul ginocchio appena provassi a scartarlo.

APOLIDE SEDENTARIO:
“Guarda il mondo come sta andando e dimmi un po’: ma tu che sei campione del mo, ‘ndo cazzo vai?”

PIETRO VIERCHOWOD:
“Hai detto giustamente circa la direzione del mondo.
Non mi piace la direzione del mondo.
Però ci dobbiamo muovere. Noi tutti. Perché stando fermi non la devieremo.
Bisognerebbe tornare dentro noi ad avere uno spirito, come dire, da Don Chisciotte…”

APOLIDE SEDENTARIO:
“Ma dai, e non ti sembro io abbastanza un prototipo?”

PIETRO WIERCHOWOD:
“Direi proprio di sì”

 

 

4. CHIOSA IN ZONA CESARINI (al 90° MINUTO)
INTRAVISTA ESCLUSIVA A GIANNI VASINO

Era il 90° Minuto di Paolo Valenti alla Rai domenicale. Tonino Carino da Ascoli. E Gianni Vasino da Genova.
Vasino oggi è ultraottantenne, ma ancora con viva verve da giovinotto dirige sui canali locali genovesi le trasmissioni sul Genoa e anche su un’altra formazione locale.
Lui che – mi dice – è invece della Spal. Mitica Spal, gli dico. Ed incoraggio la formazione ferrarese a tornare nelle categorie che le spettano.
Annuncio a Vasino che la mia domanda è sarcastica e pungente. Lui mi dice di essere della scuola di Beppe Viola, figura letteraria molto eclettica del giornalismo itagliano prematuramente scomparsa, sempre a far motto di spirito persino sopra le tecnicissime questioni di rimessa dal fondo o schemi tattici di centrocampo offensivo. A ottant’anni suonati, Vasino è quello tra gli intravistati che risponde più surrealmente, sopra le righe ed estremo. Meritandosi questa chiosa ai minuti di recupero (ed in manovra di recupero, alla Elio, vista l’argomentazione).

APOLIDE SEDENTARIO:
“Guarda il mondo come sta andando e dimmi un po’: ma tu che sei campione del mo, ‘ndo cazzo vai?”

GIANNI VASINO:
“In questo mondo sarebbe importante trovare proprio un cazzo per sapere dove andare.”

Doppio fischio dell’arbitro.
Itaglia – Cermagna 3-1.

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(c) Apolide Sedentario 2015
DOWN DOW FOREVER

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