ISTORIA DELLA CONTRORIFORMA (sarà un rottame che vi seppellirà)

CAPITOLO 1

Il proponimento è di scrivere l’istoria della ControRiforma, imperocché, quantonque molti celebri opinionisti del millennio nostro abbiano toccato l’argomento inerentemente al contesto della Riforma Renziana, quando anche bene fossero raccolti tutti insieme non se ne comporrebbe l’intiera narrazione.
Racconteremo le cause e li maneggi d’una convocazione di rivoluzionarii, nel corso di ventidue anni, per diversi fini e con diversi mezzi da chi procacciata e sollecitata (l’anarchisti da una parte, i neofascistelli dall’altra), da chi impedita e differita (gli entristi parlamentari di minoranza).
Ma inanzi ogn’altra cosa convien ricordare essere stato antichissimo costume in Occidente di quietare le controversie e le discipline trascorse in corruttela appaltizia pe’l tramite del mezzo legiferatore (così com’avviene per le slot machine o per le bonifiche industriali) con la convocazione di summit, riunioni, congressi.
Principiando il Terzo Millennio, non appariva più urgente causa di convocar assemblee popolari, perché parevano sopite le querelle di molti oppositori contro la dichiarata ineluttabilità dell’interpretazione dell’esistenze in esclusivi termini finanziarii, e tutto l’Occidente era in comunione ed obbedienza alle leggi del Danaro.
Solo in piccole parti di tratti di monti (la Val Susa per esempio) vi erano delle reliquie degl’antichi eretici o partigiani. Ma la banda larga e le attenzioni mediatiche copriva così poco il territorio provinciale ch’essi non eran atti a comunicar la loro ribellione ad altre popolazioni; oltre che erano posti dai media stessi, quando se n’occupavano, in così sinistri concetti di violenza e aggressività che non v’era pericolo che la contagione potesse passare ai telespettatori d’altre regioni o nazioni.
In Boemia v’eran sì i seguaci di tal HUS (Humanity Uncotrolled State, una delle sigle del presunto anarcoinsurrezionalismo internazionale), ma nei fatti essi, fuor dell’uso di somministrare insieme alla cena anche l’uso abbondante del calice alcolico fottendosene delle conseguenze sociali o gastriche di tale stile di vita, nelle altre cose non erano dissimili dai borghesi democratici delle aree completamente sottomesse.

(continua…)

 


(c) Marino Ramingo Giusti & Matteo Sarpi Anterculo per Apolide Sedentario 2015
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