PD: I PROMESSI DIVORZIATI una storia che sa d’affare (con RENZI TRAMAglino)

CAPITOLO LXVI

“Ma non è peccato tornare indietro, pentirsi d’una promessa fatta alla Madonna?” disse Prestigiacoma.
“Peccato, figliuola?” disse il Papa. E chiamò con un cenno il giovine fiorentino, il quale se ne stava nel cantuccio il piú lontano, guardando (giacché non poteva far altro, a parte alcuni gesti compulsivi della mano che teneva in tasca) fisso fisso al dialogo in cui era tanto interessato.
E, quando Renzi fu lì, disse, a voce piú alta, a Prestigiacoma: “con l’autorità che ho dalla Chiesa, vi dichiaro sciolta dal voto, dal voto di scambio, e dal televoto. Il che non presuppone uno scioglimento delle Camere né uno scossone al governo, il qual per Concordato rispettiamo.”

Pensi il lettore che suono facessero all’orecchio di Renzi tali parole. Una concordataria benedizione ad un governo riformista che abbracciasse l’intero arco parlamentare, esclusi tutte le molteplici voci non coalizzate in liste al di sopra del 15% come da futura revisione elettorale pronta al voto di fiducia e alla ghigliottina qualora fosse necessario.
“Tornate, con sicurezza e con pace, ai pensieri d’una volta,” seguì a dire Papa Francesco a Prestigiacoma: “chiedete di nuovo al Signore le grazie che Gli chiedevate, per essere una moglie non divorzista entro i 3 anni dalla cerimonia, visto che ormai dura di più un patto civile di triangolare convivenza trans/lesbo/eunuco che un contratto nuziale. E tu”, disse, voltandosi a Renzi, “ricordati, figliuolo, che se la Chiesa ti rende questa compagna, non lo fa per procurarti una consolazione carnale e mondana, ma per avviarvi tutt’e due sulla strada della equa spartizione bipolare della torta.”

“Figliuoli”, proseguì poi Bergoglio, “voglio che abbiate un ricordo del povero Papa”. E qui prese una scatola d’un legno ordinario, e proseguì: “qui dentro c’è il resto di un pane nero arcaico che ho chiesto per la Caritas; lo lascio a voi altri: serbatelo!”
E porse la scatola a Prestigiacoma, che la prese con rispetto, come si farebbe d’una reliquia, ma senza potere evitare di chiedersi “ma se è già stantìo adesso, cazzo lo serbo a fare? per grattuggiarlo e impanarci qualcosa? ma allora piuttosto compro una confezione già pronta di pangrattato all’ipermercato”.

Poi, con voce piú tranquilla, Papa Francesco riprese: “ora ditemi; che appoggi avete qui in Milano? Dove pensate d’andare a alloggiare, appena uscita di qui ? E chi vi condurrà da Emmabonina?”
“Questa buona signora e bieca imprenditrice, la Marcegaglia, mi fa lei intanto da mutuo appoggio femminile: noi due usciremo di qui insieme, e poi essa penserà a tutto. Soldi e potere ne ha per darmi vitto e alloggio.”
“Dio la benedica,” disse Bergoglio, “se volesse anche cedere alle opere parrocchiali un 8permille delle sue industrie”.
“La ringrazio anch’io,” disse la Marcegaglia, “della consolazione che ha data a queste povere creature; quanto all’8permille e bravo il provolone, ma se lo scorda Santità, piuttosto sposto tutte le gli stabilimenti delle mie aziende in Cina e divento cittadina delle Cayman.”

“Così,” rispose Papa Francesco, “lei potrebbe fare un gran sacrifizio al Signore, e del bene al prossimo, ma sceglie l’ingordigia, e ciò le darà sì cittadinanze e conti bancari in paradisi fiscali, ma non in quello ultraterreno”.
“Andiamo,” disse poi Bergoglio.
“A rivederci, Prestigiacoma… intanto scriviamoci su whatsapp!” disse Renzi, non trovando parole che significassero quello che sentiva nella ristrettezza di caratteri di un twit. E fu la prima volta che provava qualcosa di così complesso intellettivamente da non esservi contenuto, in quel limite di lettere e punteggiature e hastag.

Quando furono andati, Papa Francesco strinse la mano a Renzi.
“Oh Santità…! ci rivedremo? ci rivedremo?… darà udienza ai ministri del prossimo rimpasto di governo?”
“Lassú ci rivedremo, spero.” E con queste parole, si staccò da Renzi; il quale si toccò i coglioni.

(continua…)


(c) Apolide Sedentario & Manzone Ramingo 2014-2015
DOWN DOW FOREVER
chi non si abbona a IL NUOVO MALE (e FRIGIDAIRE) è nammmerda peggio di quelli di cui si lamenta

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