PD: I PROMESSI DIVORZIATI una storia che sa d’affare (con RENZI TRAMAglino)

CAPITOLO LXVII

Appena ebbe Renzi passata la soglia del Leonkavallo, e preso a diritta (che sempre gli veniva facile), principiò come una grandine di goccioloni radi e impetuosi, la solita bomba d’acqua, o come dicevan gl’antichi: la veniva giú a secchie.
Renzi, in vece d’inquietarsene, ci sguazzava dentro, se la godeva in quella rinfrescata, e pensava a contratti temporanei da 80 euro per spalatori di fango occasionali. Ma quanto più schietto e intero sarebbe stato questo sentimento, se Renzi avesse potuto indovinare quel che si vide pochi giorni dopo: che quell’acqua portava via il contagio; che spaventati dall’ondata di piena anche i più accaniti giuocatori delle slot s’eran dati alla fuga dalla tentazione, e anche qualora non l’avessero fatto, le macchinette mangiasoldi alluvionate sarebbero state inutilazzibili.

E dopo quell’ennesimo disastro idrogeoillogico, il Leonka, se non era per restituire ai viventi tutti i viventi che conteneva, almeno non n’avrebbe più ingoiati altri; che, tra una settimana, si vedrebbero riaperti usci e botteghe, anche quelli chiusi a centinaia per la crisi.
Andava dunque il nostro Renzi allegramente, senza aver disegnato né dove, né come, né quando. Ma poco importava, com’anche valeva per la linea governativa: riformare, rottamare, modificare articoli costituzionali. Questo era l’input sensibile alle orecchie degl’elettori. Non l’averne motivi, non finalità, né calcolo delle conseguenze. Allegramente riformare, senza dove come quando, o nesso alcuno.

E di sotto le miserie, gli orrori, i pericoli di una ulteriore defezione di parlamentari verso Sel, veniva sempre a galla un pensierino, che iniziava con la lettera F, per quanto si chiamasse Prestigiacoma: l’ho trovata; è guarita; è mia!
E allora dava un’annaffiata all’intorno [ndt: si noti qui l’ardita allegoria nella stesura originale del Manzone Ramingo per descrivere l’onanismo renziano]; qualche volta si contentava d’una fregatina di mani; altre volte usava anco una bistecca fiorentina in cui avvolger il pisellino; e avanti, con piu ardore di prima.
E pioveva, e né pareva che l’acqua volesse cessare. Ma, sentendosi più in gambe che mai, e con tante difficoltà di trovar dove alloggiare, e così inzuppato, non ci pensò neppure, alla facciazza delle allerte meteo. La sola cosa che l’incomodasse, era un grand’appetito. Guardò se trovasse anche qui una bottega di gelataio; ne vide una; e n’ebbe un cono. E meno male che non c’era la Madia a chiederne uno anche lei. Con Signorini dietro la siepe.

Potete immaginarvi come fosse quella strada, con la bomba d’acqua che scendeva, e come andasse facendosi di momento in momento. Affondata tra due rive, quasi un letto di fiume, si sarebbe a quell’ora potuta dire, se non un fiume, una gora davvero; e ogni tanto pozze, da volerci del buono e del bello a levarne i piedi. Ma Renzi n’usciva come poteva, senz’atti d’impazienza, senza parolacce, senza pentimenti; ed in cuor suo ringraziava Bertolaso d’avergli insegnato a fottersene delle disgrazie, e farne occasioni di lucro e svago con le massaggiatrici offerte dai ricostruttori.

Non era mai spiovuto; ma, a un certo tempo, da diluvio era diventata pioggia, e poi un’acquerugiola fine fine, cheta cheta, ugual uguale: i nuvoli alti e radi stendevano un velo non interrotto, ma leggiero e diafano; l’allerta 2 scadeva, e il lume del crepuscolo fece vedere a Renzi il territorio d’intorno.
Diede un’occhiata anche a sé, e si trovò un po’ strano, quale, per dir la verità, da quel che si sentiva, s’immaginava già di dover parere: sciupata e attaccata addosso ogni cosa: dalla testa alla vita, tutto un fradiciume, una grondaia; dalla vita alla punta de’ piedi, melletta e mota: le parti dove non ce ne fosse si sarebbero potute chiamare esse zacchere e schizzi.
Poco s’addiceva all’aspetto di un premier, ma tant’era. E allora tanto valeva approfittarne per farsi un selfie e postarlo spacciando quel fradiciume come un’autogavettone in sostegno alla lotta alla Sla.

(continua…)

(c) Apolide Sedentario & Manzone Ramingo 2014-2015
DOWN DOW FOREVER
chi non si abbona a IL NUOVO MALE (e FRIGIDAIRE) è nammmerda peggio di quelli di cui si lamenta

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