PD: I PROMESSI DIVORZIATI una storia che sa d’affare (con RENZI TRAMAglino)

CAPITOLO LX

Renzi andò avanti e vide, per la prima cosa, che c’era in terra un tristo impedimento: una barella, sulla quale due infermieri del Cim accomodavano un ludopata per portarlo via. Era il capo della locale Equitaglia. L’intere multe d’un quartiere s’era appena giuocato su un ottavo di finale di Champions.

La strada che Renzi aveva presa, andava diritta fino al Naviglio. Vide a dritta un cittadino che veniva appunto verso di lui. “Un cristiano, finalmente!” disse tra sé; e si voltò subito da quella parte, pensando di farsi insegnar la strada da lui. Un popolare. Non uno della corrente sinistra. Questo pure aveva visto il forestiero che s’avanzava; e andava squadrandolo da lontano, con uno sguardo sospettoso; e tanto piú, quando s’accorse che, in vece d’andarsene per i fatti suoi, gli veniva incontro. Renzi, quando fu poco distante, andò piú direttamente verso lo sconosciuto. Ma questo, stralunando gli occhi, fece un passo addietro, alzò una bomboletta di spray urticante, e voltato l’augello in direzione di Renzi, gridò: “via! via! via!”
“Oh oh! Che sei un grillino con la faccia da democristo? Un padano bergamasco con trecentomila fucili? Un convertito all’Isis?” gridò il giovine politico trendy; voltò le spalle a quello stravagante, e continuò la sua strada. L’altro tirò avanti anche lui per la sua, tutto fremente, e voltandosi, ogni momento, indietro. E arrivato a casa, raccontò che gli s’era accostato un untore, con un’aria umile, mansueta, come quei che ti chiedono una firma per presentar le liste elettorali e poi ti clonano l’identità, con un viso d’infame impostore, con lo scatolino dell’unto, o l’involtino della polvere (non era ben certo qual de’ due) in mano, per fargli il tiro, se lui non l’avesse saputo tener lontano.

Renzi, lontano dall’immaginarsi come l’avesse scampata bella, e agitato piú dalla rabbia che dalla paura, pensava, camminando, a quell’accoglienza, e indovinava bene a un di presso ciò che lo sconosciuto aveva pensato di lui. Finché sentì gridare: “o quell’uomo!” e guardando da quella parte, vide poco lontano, a un terrazzino d’una casuccia isolata, una povera donna, con una nidiata di bambini intorno; la quale, seguitandolo a chiamare, gli fece cenno anche con la mano. Ci andò di corsa; e quando fu vicino, “o quel giovine,” disse quella donna: “per i vostri poveri morti, fate la carità d’andare a avvertire il commissario che siamo qui dimenticati. Ci hanno chiusi in casa come sospetti, perché il mio povero marito è morto con un mazzo di carte in tasca; ci hanno inchiodato l’uscio, come vedete; e da ier mattina, nessuno è venuto a portarci da mangiare. In tante ore che siam qui, non m’è mai capitato un cristiano che me la facesse questa carità: e questi poveri innocenti moion di fame.”
“Di fame! In questo paese che è invece uno dei motori dell’Europa, per quanto ancora da ripulire da vincoli burocratici e spese della politica!” esclamò Renzo; e, cacciate le mani nelle tasche, “ecco, ecco,” disse, tirando fuori due tessere Pd con diritto a una consumazione gratuita presso i Circolo Arci: “calatemi giú qualcosa da metterle dentro.”
“Dio ve ne renda merito; aspettate un momento,” disse quella donna; e andò a cercare un paniere, e una fune da calarlo, come fece, pur chiedendosi che fossero que’ due bigliettini, sperando in un paio di ticket restaurant.
“In quanto al commissario che dite, la mia donna,” disse poi Renzi, “io non vi posso servire in nulla; perché, per dirvi la verità, mi occupo troppo di annunci di riforme, e alla questioni di pubblica sicurezza o militari delego il mio entourage, e non son niente pratico. Però, se incontro qualche giovane laureata in legge con boccoloni biondi la faccio sottosegretaria e lo dirò a lei.”
La donna lo pregò che facesse così, e gli disse il nome della strada, onde lui sapesse indicarla.

Morti a quell’ora, suicidi od affamati o assiderati con pure gl’indumenti sequestrati dai riscossori Equitaglia, forse i due terzi de’ cittadini, andati via o ammalati una buona parte del resto, ridotto quasi a nulla il concorso della gente di fuori, de’ pochi che andavan per le strade, non se ne sarebbe per avventura, in un lungo giro, incontrato uno solo in cui non si vedesse qualcosa di strano, e che dava indizio d’una funesta mutazione da overdose di ogm.
I piú tenevano da una mano delle bolas, alcuni anche una pistola, per avvertimento minaccioso a chi avesse voluto avvicinarsi troppo in cerca di somme da giocare. Portavano alcuni attaccata al collo una boccetta con dentro un po’ d’argento vivo, persuasi che avesse la virtú d’assorbire e di ritenere ogni esalazione di azzardomania, secondo il principio che chi argento ha vivo oro non brama da morto, frase che s’attribuiva a Marcinkus, per quanto chiaramente apocrifa. Gli amici, quando pur due s’incontrassero per la strada, si salutavan da lontano, con cenni taciti e frettolosi, come se potessero sbirciar che carte hai in mano.

In mezzo alla malinconia e alla tenerezza di tali viste, una cosa toccava piú sul vivo, e teneva in agitazione il nostro Renzi. La casa doveva esser lì vicina. E’ nella strada; distingue subito la casa tra l’altre, piú basse e meschine; s’accosta al portone che è chiuso, mette la mano sul citofono, e ce la tien sospesa, come su un’urna per le foto al voto mattutino dell’election day.
Poi finalmente pigia ENTER, risoluto.

(continua…)


(c) Apolide Sedentario & Manzone Ramingo 2014
DOWN DOW FOREVER
chi non si abbona a IL NUOVO MALE (e FRIGIDAIRE) è nammmerda peggio di quelli di cui si lamenta

 

 

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