PD: I PROMESSI DIVORZIATI una storia che sa d’affare (con RENZI TRAMAglino)

CAPITOLO XLIX

Ai corpi ammalati o ammalazzati dei leoncavallini coatti, s’aggiunga una gran perversità della stagione: piogge ostinate, bombe d’acqua, allerte 2 della protezione civile, seguite da una siccità ancor piú ostinata, e con essa un caldo anticipato e violento. Ai mali s’aggiunga il sentimento de’ mali, le apocalittiche profezie di Greenpeace sul riscaldamento del globo, la noia e la smania della prigionia, la rimembranza dell’antiche abitudini, il dolore di cari perduti, la memoria inquieta di cari assenti e impossibilitati a connettersi a whatsapp o facebook per gl’effetti elettromagnetici del meteo ostile sui ponti telefonici, il tormento e il riezzo vicendevole, tant’altre passioni d’abbattimento o di rabbia antifascista militante o casapaundesimo dottrinale, portate o nate là dentro.

Si discusse, si sentì il parere della Sanità; non si trovò altro che di disfare ciò che s’era fatto con tanto apparato, con tanta spesa, con tante vessazioni. S’aprì il Centro Sociale, si licenziaron tutti i sedicenti proletari in realtà figli cialtroni della Milanobene non in rota totale che ci rimanevano, e che scapparon fuori con una gioia furibonda per tornare al villino sardo delle vacanze di famiglia. Gl’infermi furon trasportati al San Raffaele; dove la piú parte perirono sotto i ferri di un amico e complice del famigerato dottor Massone, estirpando organi sani per ottenere maggiori finanziamenti statali.

Intanto però cominciavano que’ benedetti campi asiatici e boliviani a produrre il nuovo raccolto. E finalmente cessò la carestia d’oppio e di bamba: la mortalità, epidemica o contagiosa, scemando di giorno in giorno, si prolungò però fin nell’autunno. Era sul finire, quand’ecco un nuovo flagello.
Molte cose importanti, di quelle a cui piú specialmente si dà titolo di storiche, erano accadute in questo frattempo. La Francia di Hollande, abborracciata alla meglio un accordo di libero mercato colla regina d’Inghilterra, aveva proposto e persuaso con la sua potente parola, nel Consiglio Europeo, che si soccorresse efficacemente la Grecia in default. In marzo, Hollande era poi calato infatti colla Windsor, alla testa d’una missione anticrisi anche in Italia; s’era trattato; non s’era concluso; dopo uno scontro, col vantaggio de’ Francesi, s’era trattato di nuovo, e concluso un accordo, col beneplacito del Fondo Monetario Internazionale. Alfano poté così bene addurre ragioni per lasciare sei mila uomini armati in Susa, per mantenere funzionante il cantiere della Tav.

Per riparar dunque alla meglio, il Ministero della Sanità propose in tribunale che si proibisse sotto severissime pene di commerciar robba di nessuna sorte da’ soldati ch’eran per passare. Tutti i ritrovati, tutte l’astuzie per salvar coca e robba, riuscivano per lo piú inutili, qualche volta portavano danni maggiori. I soldati, gente ben piú pratica degli stratagemmi anche di questa guerra, frugavano per tutti i buchi delle case, smuravano, diroccavano e sequestravano quanto ivi nascosto in panette; conoscevan facilmente negli orti la terra smossa di fresco, e vi trovavano sotterrate ingenti quantità; andarono fino su per i monti; andarono nelle grotte, guidati da qualche birbante del paese, in cerca di qualche ricco che vi si fosse rimpiattato pur di non perdere il proprio carico; lo strascinavano alla sua casa, e con tortura di minacce e di percosse, lo costringevano a indicare lo stupefacente nascosto. Finalmente se n’andavano; erano andati; si sentiva da lontano morire il suono de’ sirene; succedevano alcune ore d’una quiete spaventata; e poi un nuovo maledetto batter di cassa, un nuovo maledetto suon di volanti, annunziava un’altra squadra. Questi, non trovando piú da far preda, con tanto piú furore facevano sperpero del resto, uciavan le botti votate da quelli, gli usci delle stanze dove non c’era piú nulla, davan fuoco anche alle case; e con tanta piú rabbia, s’intende, maltrattavan le persone; e così di peggio in peggio, per venti giorni.

Chi non ha visto D’Alema, il giorno che si sparsero tutte in una volta le notizie delle prepotenze della Dia modello Diaz, del suo avvicinarsi, e de’ suoi portamenti, non sa bene cosa sia impiccio e spavento.
Risoluto di fuggire, come un Saddam decaduto, come un Gheddafi nel tubo, risoluto prima di tutti e più di tutti, vedeva però, in ogni strada da prendere, in ogni luogo da ricoverarsi, ostacoli insuperabili, e pericoli spaventosi. – Come fare? – esclamava: – dove andare? – I monti, lasciando da parte la difficoltà del cammino, non eran sicuri: già s’era saputo che nuove sedicente bande partigiane di vera sinistra vi s’arrampicavano come gatti, dove appena avessero indizio o speranza di far preda. E Il lago era grosso; tirava un gran vento. Per portarsi lontano e fuori della strada che la soldataglia aveva a percorrere, non era possibile trovar né un charter, né un frecciarossa, né alcun altro mezzo: a piedi, D’Alema non avrebbe potuto far troppo cammino, che le sue gambe troppo eran assuefatte alle auto di rappresentanza e ai velieri di lusso, e non certo al podismo.


(continua…)


(c) Apolide Sedentario e Manzone Ramingo 2014
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