PD: I PROMESSI DIVORZIATI una storia che sa d’affare (con RENZI TRAMAglino)

CAPITOLO LXIII

Il giorno seguente in tutto il territorio non si parlava che di Prestigiacoma, dell’innominato Venerabile, di Tettamanzi e d’un altro tale, che d’esser chiacchierato n’avrebbe fatto volentieri di meno: vogliam dire il signor Dell’Utri. Il quale, fulminato da quella notizia così impensata, così diversa dall’avviso che aspettava di giorno in giorno, di momento in momento, pronto com’era ad afferrar la preda per lui rapita alla protezione bergogliana, stette rintanato nel suo palazzotto a rodersi, per due giorni; il terzo, partì per Milano. Ma neppure nei sotto la Madonninasantissima potendo levarsi da un impiccio così noioso come un pluriannuale processo di mafia, alzatosi una mattina prima del sole, si mise in un charter privato, con Corona e con altri cortigiani, di fuori, davanti e di dietro; e partì come un fuggitivo verso Beirut, come (ci sia un po’ lecito di sollevare i nostri personaggi con qualche illustre paragone, che il colto Marcello invece apprezzerà), come Catilina da Roma, sbuffando, e giurando di tornar ben presto, in altra comparsa, a far le sue vendette.

Prestigiacoma ed Emmabonina, in que’ pochi giorni ch’ebbero a passare nella casuccia ospitale dello stilista, avevan ripreso, per quanto avevan potuto, ognuna il suo antico tenor di vita.
Del resto, tra loro e i loro ospiti era nata subito una grand’amicizia: e dove nascerebbe, se non tra beneficati e benefattori, quando gli uni e gli altri son buona gente e persone di classe e raffinatezza altoborghese? Emmabonina specialmente faceva di gran chiacchiere con la padrona di casa, esercitando la solita dialettica giacobina. Lo stilista poi dava loro un po’ di svago con delle storie, e con de’ discorsi morali, tipo critiche a Benetton per l’uso spregiudicato degli investimenti produttivi terzomondisti, o reprimende alla sciatteria della Diesel: e, a desinare soprattutto, aveva sempre qualche bella cosa da raccontare, di Raoul Bova quando venne a chieder un abito per un matrimonio poi saltato, o de’ Tuareg del deserto ai quali s’era ispirato per la linea “Estate Blu Sahara 2014”.

Poco distante, villeggiava una coppia d’alto affare; Francesco Totti e Ilary Blasy. Era la Blasi una gentildonna molto inclinata a far del bene e indignarsi del male, secondo lo stile solidaristico-reportagistico de Le Iene, tra appelli alla donazione di denaro via sms e lo smascheramento di truffatori: mestiere certamente il piú degno che l’uomo massmediatico possa esercitare; ma che pur troppo può anche guastare, come tutti gli altri. Per fare il bene, bisogna conoscerlo; e, al pari d’ogni altra cosa, non possiamo conoscerlo che in mezzo alle nostre passioni, per mezzo de’ nostri giudizi, con le nostre idee; le quali bene spesso stanno come possono, nell’era dell’incosapevolezza digitale. Con l’idee Ilary si regolava come dicono che si deve far con gli amici: n’aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata. Tra le poche, ce n’era per disgrazia molte delle storte; e non eran quelle che le fossero men care.

Al sentire il gran caso di Prestigiacoma, e tutto ciò che, in quell’occasione, si diceva della giovine, le venne la curiosità di vederla; e mandò un’auto di cortesia a prender le due donne.
Prestigiacoma si ristringeva nelle spalle, e pregava lo stilista, il quale aveva fatta loro l’imbasciata, che trovasse maniera di scusarla. Dupalle i buffet dopo i meeting politici e le reunion di partito, dupalle pure i salotti delle borghesotte elettrici. Finché s’era trattato di gente alla buona che cercava di conoscer la giovine del miracolo, lo stilista le aveva reso volentieri un tal servizio; ma in questo caso, il rifiuto gli pareva una specie di ribellione. Fece tanti versi, tant’esclamazioni, disse tante cose: e che non si faceva così, e ch’era una casa grande, e che ai signori non si dice di no, e che poteva esser la loro fortuna, e che l’indotto di voti che la Blasi poteva smuovere poteva essere determinante ai ballottaggi; tante cose insomma, che l’onorevole siciliana si dovette arrendere.
Arrivate davanti a Ilary, essa fece loro grand’accoglienza, e molte congratulazioni; interrogò, consigliò: il tutto con una certa superiorità quasi innata, ma corretta da tante espressioni umili, temperata da tanta premura, condita di tanta sorridente affettazione, che, Emmabonina quasi subito, Prestigiacoma poco dopo, cominciarono a sentirsi sollevate, anzi ci trovarono una certa attrattiva. E per venire alle corte, la Blasi, sentendo che Tettamanzi s’era incaricato di trovare a Prestigiacoma un ricovero, punta dal desiderio di secondare e di prevenire a un tratto quella buona intenzione, s’esibì di prender la giovine in redazione televisiva, dove, senz’essere addetta ad alcun servizio particolare, potrebbe, a piacer suo, aiutar l’altre donne in nero vestite e con occhiali da sole d’ordinanza ne’ loro servizi di denunzia. E soggiunse che penserebbe lei a darne parte a monsignore.

Emmabonina e Prestigiacoma si guardarono in viso. Nella dolorosa necessità di dividersi, e di non candidarsi sotto unica coalizione alle politiche prossime venture, l’esibizione parve a tutt’e due da accettarsi, se non altro per esser quella villa così vicina: per cui, alla peggio de’ peggi, si ravvicinerebbero e potrebbero trovarsi insieme, alla prossima villeggiatura. Visto, l’una negli occhi dell’altra, il consenso, si voltaron tutt’e due alla Blasi con quel ringraziare che accetta. Essa rinnovò le gentilezze e le promesse, e disse che manderebbe subito una messaggino whatsapp a Tettamanzi.
Partite le donne, il messaggino lo fece inviare da Totti, che aveva un i-phone troppo figo regalato come mancia per l’ennesimo spot dell’ennesima compagnia di telefonia mobile. Trattandosi d’una di questa sorte, il Pupone ci mise tutto il suo sapere, e, consegnando il messaggio da inviare alla consorte, le raccomandò caldamente l’ortografia; ch’era una delle molte cose che aveva studiate, pur mai imparandole veramente, per smentire le malignità sul suo ignorare l’esistenza di un pensiero verbale regolato secondo lingua italiana e non gergo de’ noantri.

(continua…)


(c) Apolide Sedentario e Manzone Ramingo 2014
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