PER I POPPANTI DELLA RETE CI VUOLE IL BAVAGLINO (anatema su di wwwoi)

A morte i bloggers.

 Obbligo di replica (da me sempre accettata – vedasi intravista a Giorgio Conte – per semplice divertita sportività dialettica, non certo per imposizioni sistematiche), ma soprattutto divieto di replicazione ulteriore di questo agonizzante travaglio del bispensiero, illusoria e infame e internettiana (dunque pentagonalmente ammmericana) surrogazione dell'azione intellettiva. 

Per anni ho scritto post rivolti NON ai lettori, ma ai controllori sistematici, affinché sapessero che la mia Rivolta era individuale, quindi da loro ingestibile, poiché folle (fuor dalle folle) e caoticamente partorita da una brodaglia chimico-ghiandolare.

L'unico scopo era a Loro far sapere che 2+2 lo decido io, di volta in volta, quanto fa.

Non certo comunicare.

Quello lo fa la sborra, inserendo informazione materica in hardware di milioni d'anni fa (o forse due, e c'era chi parlava al vento ed alle stelle).
L'unico bavaglio per un Maschio come me è un proiettile tra i miei occhi.

Carletto ti abbraccio sempre, e sono ancora la tua voce, perchè nel tuo caso nemmeno ciò possa farti tacere.

No blog, Si Bloc (Black).


 —
(c) Apolide Sedentario 2011
DOWN DOW FOREVER
chi non si abbona a Frigidaire è una nfame

2 Comments

  1. Los Mata Zetas scrive:

    NELLO STATO MESSICANO DI TAMAULIPAS, AL CONFINE CON IL TEXAS

    I blogger denunciano i trafficanti
    e i narcos -killer li fanno a pezzi

    L’ultima vittima è stata fatta trovare alla base di una colonna e senza testa. Salgono a 4 le vittime

    Una statua di Cristoforo Colombo a Nuevo Laredo, nello stato messicano di Tamaulipas, al confine con il Texas. È qui, sotto questo monumento, che i narcos lasciano i cadaveri dei blogger che osano denunciare sui loro siti le attività dei trafficanti. L’ultima vittima è stata fatta trovare all’alba di mercoledì con una telefonata alla polizia: il suo corpo giaceva alla base di una colonna e senza testa.

    Vicino l’immancabile cartello di rivendicazione con un messaggio beffardo: «Salve. Io sono Rascatripas (il soprannome della vittima) e questo mi è successo perché non ho capito che non dovevo lasciare messaggi sui social network». Un omicidio attribuito ai Los Zetas. A partire dalla metà di settembre altri tre blogger sono stati uccisi dai narco-killer.

    Due – una ragazza e un giovane – li hanno appesi ad un ponte. Poi è toccato a Marisol Macias Castaneda, una donna coraggiosa che moderava un sito insieme a Rascatripas. L’hanno sequestrata e poi ne hanno fatto trovare il corpo decapitato sempre sotto la statua di Colombo.

    Il cartello di rivendicazione dell’omicidio di Marisol Macias Castaneda I cartelli vogliono intimidire le fonti dell’informazione alternativae contrastare l’azione dei blogger che attraverso il web raccolgono soffiate e segnalazioni dei cittadini sulle attività criminose.

    Chiunque può postare un messaggio fornendo dritte preziose. Un fenomeno che è cresciuto in parallelo all’offensiva delle bande criminali e in risposta alla mancata azione delle autorità locali, spesso colluse con le gang.

    Qualche giorno fa un sedicente portavoce del gruppo di cyber attivisti «Anonymous» aveva annunciato un’azione clamorosa in sostegno dei blogger messicani. A partire dal 5 novembre gli hacker avrebbe diffuso i nomi di personaggi complici dei Los Zetas. Una ritorsione per il sequestro di un loro compagno. Ma il piano – battezzato Operazione Cartello – non ha avuto seguito. Secondo alcuni perché i trafficanti avevano minacciato una ritorsione mentre una seconda versione sosteneva che il progetto era l’idea – velleitaria – di un singolo o di un gruppo minuscolo.

    Per gli esperti i blogger, con la loro azione coraggiosa, sono diventati dei bersagli e rischiano di essere coinvolti in modo sempre più esteso nella guerra tra bande in Messico. Le quattro vittime rappresentano già un tributo pesante che si unisce al lungo elenco di giornalisti assassinati. Inoltre c’è il timore che i narcos possano ingaggiare, a loro volta, degli hackers per scoprire i blogger e i loro informatori. Ai boss non manca certo il denaro e da tempo usano i network sociali per la loro propaganda.

  2. Apolide Sedentario scrive:

    A monte di tutto ciò c’è un meccanismo che è padre dei blog, i cui figli migliori (come simpatici ma avulsi figli dei fiori, che comunque è sempre assai meglio che figli dei blog direi…) sono al più pari a alcuni eroi delle Radio Libere degli anni ’70, con la differenza che l’etere non è un regalo tecnologico della ricerca militare ammmericana. Peppino Impastato hai visto come è caduta in basso Laura Antonelli?
    Saviano proporrà un corso di profitto ai blogger messicani sopravvissuti.
    Narcos: mi ha detto Fabio Volo che vi denuncia a tutti, e ha spifferato i vostri nomi a Roberto D’Agostino e ad Adinolfi, vedete voi come tutelarvi.


    (c) Apolide Sedentario 2011
    DOWN DOW FOREVER
    hanno ammazzato Pablo Escobar, Pablo Escobar è vivo

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