IL TEMA DELLA MATERNITA’, ELIO, E ALTRE STORIE TES.I.A.E. intravista esclusiva di Apolide Sedentario a Faso e Cesareo degli "Elio e le storie tese"

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INTRO:
Laigueglia Jazz fu tirata su da Naco, percussionista buonanima degli Elii. Passato poi a Buonaccorso, il direttore artistico baudiano, a ogni stagione ospita un coglione che con il jazz non c’entra proprio un cazzo, ma fa “nome” (Paoli, De Piscopo, Cammariere al tavolo…). Quest’anno, almeno, nonjazz per nonjazz, decidono di affidare il clou del sabato al gratis (nel senso accesso libero, e nel senso che gli Elii rinunciano – dice Cesareo – al cachet) concerto-evento di Elio.
Se aspetto la serata, unica data ligure di Elio nell’estate, col cazzo che la ressa mi permette di raggiungere il gruppo nel backstage. Perciò mi tocca andar di pomeriggio per beccarli nel saundciec. Che sbattone.
Invasa dai padani, la ridente località incastrata in minigolfo è ingolfata di auto parcheggiate. Ma essendo estate aspetto a petto nudo (perlomeno m’abbronzo), penso nel mentre m’appropinquo al palco.
E giustappena mi sono appropinquato sento dal palco il mio nome. Un fonico mi chiama: è un vecchio amico, partner d’una mia amica coinquilina d’ormai tanti anni fa. Ma va sei tu, ma va che storia, va. E come va? Guarda, mi dice A. (ovvero il fonico), son qua a sotituire un mio collega, nel mentre C. (la mia amica, la sua partner) sta partorendo.
“Meno male che ci sei tu, così mi sfogo” mi dice lui, giustamente stralunato dall’imminente evento. E io raccolgo lo sfogo amabilmente.
Evento un concerto? Evento è che dovunque metta piede ci sia sempre un qualcosa superiore allo spettacolo, qualcosa di concreto umanamente, in certo senso un miracolo…

1.
Mi piazzo al sole, sonnecchio e anche suonicchio (essendomi portato la chitarra), mentre tirano i cavi. Qualcuno ovviamente mi scambia per artista del festival del jazz. Io scambio uno per uno che conosco.
Il fonico A. nelle pause mi raggiunge, gli spiego dell’intervista che ho in programma, e lui mi indica un tipo che è il Tour Manager, e han lavorato insieme già in passato. Tempo che l’ho inquadrato, e il tipo svicola. Dico: non è possibile sia andato troppo lontano in un attimo. E infatti è qui, sdraiato su una panca, che vestito alla punk si fa una siesta. Torno al mio posto, aspetto che si svegli.
Quello che avevo scambiato per un altro è invece proprio lui, non l’ho scambiato. E’ un grande caro amico con cui pure facemmo molte serate, io alle parole, lui alle percussioni. Ci ritroviamo dopo qualche anno dall’ultima fugace apparizione. Ci vuole un abbraccione. Poi torno verso la mia postazione da cui vedo il Tour Manager di Elio nel pomeridian sonnellino.
Ma il tipo non c’è più. Complottista qual sono, già teorizzo: non stava dormendo, fingeva ed aspettava che io mi distraessi per scappare. Torno a parlare al mio amico che mi spiega che è giunto alla finale del concorso di percussioni “Percfest”, che ad ogni anno si svolge parallelo col jazzfestival. Tempo che me lo spiega ed il Tour Manager di Elio ricompare. Lo vado a acchiappare prima risparisca.
“Dovrei intervistare Elio, o uno del gruppo”. “Dovresti passare per l’ufficio stampa”. “Lo so ma sono qui, poche domande veloci, se possibile”. “Possibile è possibile, vedremo, intanto aspettali qui, io glielo dico”.
Tocca aspettare. Chi aspetta un’intravista. Chi aspetta un bambino. Il fonico A. ha i nervi tesi, altro che storie. Gli manifesto la mia comprensione. Dice che sta ritartando, la sua puerpera, e che vorrebbe poter andar da lei. Dico che spero riesca a andar da lei, ma lui deve sostituire il suo collega, ed è relegato qui.
Qui intanto arriva Faso e prova il basso.

2.
INTERVISTA ESCLUSIVA A FASO DEGLI “ELIO E LE STORIE TESE”

(Faso lo ha disegnato Andrea Pazienza, ho spesso pensato vedendolo in tv. Arriva a provare per primo, e scende giù dal palco senza l’aria di uno che vuole scappare al popollame socievole. Mi presento con solito nome d’arte altisonante e lui ridente risponde “Io invece Faso, piacere”. A lui pongo 4 domande, mentre a Cesareo dopo chiederò solo gli ultimi tre quesiti, che nell’intervista a cotanto chitarrista non riporterò, leggeteville qua)
Apolide Sedentario:
Detto che “Cammariere al tavolo!” l’ho coniato io proprio qui su questo palco (e è comprovato in video nel mio anofficialsait) 6 mesi prima che voi lo ricitaste al Controfestival, io l’ho coniato per conato, voi lo avete coniato per cognato?
Faso:
“…Ah, è questa la domanda?… Ah Ah… E’ stato coniato, come sempre, dall’unione di un paio di neuroni che genera un calembour… Anche a me a volte sentendo battute dette da altri vien da dire: ma cazzo l’avevo pensata prima io…”
A.S. domanda 2: “Sono brutto come mi si dipinge, porto i capelli lunghi, ma sono da sempre fuori dal Sistema, e ho più pratica di tutti a star lontano da compromessi e Pozzani, e suono di merda ma non suono merda, e soprattutto non ho il bollino Siae ma ho un banano biologico, e tu invece perché hai il bollino Siae pure sul sito, ed enorme?”
Faso: “Uno, perché ci fa sempre molto ridere enfatizzare le robe assurde, per cui se dicono che è una buona idea tagliare tutti gli alberi ti viene da aderire subito… Comunque c’è l’obbligo del bollino Siae, per questo lo mettiamo, ma la Siae non funziona… Lo stesso borderaux è un documento borbonico, in cui parti dal tuo numero di posizione Siae, che ti identifica, e tuttavia devi riscrivere anche nome e cognome e indirizzo, che loro hanno già appunto nel numero che ti identifica… La Siae nasconde un magna magna, e poi nemmeno paga mai tutto il pattuito, ti spettano poniamo 5 milioni ma non ti arrivano mai tutti e 5 i milioni…”
A.S. domanda 3: “Tanto per fare il dirigibile marrone senza elica e timone ti avrei potuto mettere una scopa in culo, ma non ho una stanza da ramazzare e quindi nemmeno una scopa, sono l’ultimo tra gli uomini, mica Enrico Ruggeri, ma almeno ammettilo che la psichedelia
tutte le testa le porta a padre caos rubandole a mamma rai e all’ipnosi sistematica, altrimenti la colpa è anche un po’ tua che non ti batti per un mondo migliore dove la gente sappia dove gettare i padroni…”
Faso: “Hai ragione, solo che la psichedelia esiste sempre ma si evolve secondo la società: negli anni ’70 era andare fuori, adesso è stare superdentro. Poi peraltro ci si facevano le canne, e adesso invece la coca.”
A.S. domanda 4: “Mi drogo, picchio i vips, ma a te ti cago. Però tu ami i deejay sponsorizzati Ventura (mettiti il gondone con la Ventura, a proposito), e allora ti dico come stallone al mulo: non è che ti puzza il culo? Se invece il culo ti brucia per i miei toni al vetriolo, allora resta cu’mmme e avremo la pace, e invece di continuare solo a dirvi bravo con Morgan ci passiamo una serata tra amici, una chitarra e uno spinello… Oppure voi così non vi divertite più?”
Faso: “Noi ci divertiamo molto sempre, e ci divertiamo ad avere un rapporto fintamente “in”, ridendo molto del far finta di star in mezzo al meccanismo. Allo stesso modo mi farebbe ridere fare per un giorno l’ultras, come uno scienziato che studia i suoi simili.”
3.
Il fonico A. mi dice che è arrivato colui che sin qui egli aveva sostituito, e può correre adesso dalla bella mamma del figlio suo, che dal travaglio nonostante il ritardo adesso è l’ora che deve partorire. Gli dico che suo figlio lo ha aspettato. Mi dice che adesso corre, e appena nasce sarò il primo a saperlo. Ci abbracciamo e baciamo e corre via.
E intanto sul palco è arrivato all’uopo uno che fa di nome Cesareo.

4.
INTERVISTA ESCLUSIVA A CESAREO DEGLI “ELIO E LE STORIE TESE”

(Cesareo arriva secondo per le prove, e con scanzonatezza schitarracchia il suo saundcièc. Poi scende come Faso tra la gggente, e accetta le foto coi fans, le pacche sulle spalle, sorridente. Appena lo vedo dirigersi un po’ oltre la piccola ressa di cacciator d’autografi lo raggiungo alle spalle, e intimidente gli chiedo se posso fargli le domande. E lui ridente e guascone: “E come no?”)
Cesareo – risposta alla domanda 2 (vedi sopra, nell’intervista a Faso)
“Ho il bollino perché son costretto, ma vorrei anche io una banana biologica. Peraltro la Siae non ci paga mai l’esatto dovuto.”
Cesareo – risposta alla domanda 3
“Io mi batto per un mondo migliore! Infatti sono qua gratis. Io sono sempre a disposizione della gente.”
Cesareo – risposta alla domanda 4
“Noi ci divertiamo ancora tantissimo. Morgan lo stimo come bravo musicista. Noi abbiamo scelto da 20 anni di fare quello che facciamo, e ci divertiamo ancora credimi.”
(Per tirare – o meglio tendere – le somme – o appunto, meglio, le storie – entrambi gli “Elii minori” rivendicano rese dei conti col pattuito, e non versato, premio della Siae, ovvero non attaccano il concetto, ma solo la cresta Siae nei lor confronti, e si divertono molto – e questo si vede, e è pure contagioso, perché la sagacia è sempre una ricchezza per chi la fa e per chi la fruisce – ma non la mettono mica in forma “ok, anniamo a facce sta canna, c’hai ragione cumpà, meglio la spiaggia che qua, meglio gli amici che tutti sti discepoli plaudenti”. Va detto però che loro se li approcci sorridono, stringono energiche mani, e reperibilissimi confrontano le loro arguzie alle tue, e gliene sia reso merito)
 
5.
Rokko Tanika arriva in ritardissimo. Unico con gli occhiali da sole. A lui era dedicata la domanda sulla Ventura e i dj che ho posto a Faso. Tanika lo perdòno solamente perché va ammesso è geniale, e a lui devo l’aver sentito quale suono ha l’inno nazionale suonato con la tastiera rigirata mantenendo le posizioni delle dita, trasformato in marcetta militare di vago sapore sovietico. Però si fa bodiguardare da un massiccio pierciengato al capezzolo omaccione, e porta gli occhiali di sole. Sceso dal palco del saundciec si dilegua telefonando scortato.
6.
Elio passa alla chetichella dalla piazza. Lo vede una mia amica. Gli dico che non lo scorgo tra la folla. Mi dice che è quello di spalle, ormai lontano, che sta camminando con un casco in mano. Elio si camaleontizza: va dal saundciec senza partecipare a prove suoni, fingendosi un motociclista di passaggio. Dicono che non ci han voglia, i vips famosi, di affrontare le genti che ivi accorrono per lor talenti auscultare. Dicono non ci han voglia. O forse non hanno il coraggio?
7.
Alle 21.30 mi giunge notizia che il figlio di A. e C. è nato e sta bene!
8.
La sera i miei antichi cumpari di incursioni mi raggiungono anch’essi. Girovaghiamo in zona retropalco.
Il mio amico percussionista HA VINTO IL CONCORSO PERCFEST (premio, mi disse lui nel pomeriggio, “una vigorosa stretta di mano”). Gli dissi, nel pomeriggio: qui a Laigueglia un’ordinanza comunale vieta in modo perentorio le percussioni in spiaggia, e poi fanno il Perc/Festival. Il mio amico è un mio amico, ovvero è un genio, e mi rispose: “Infatti si chiama Percfest, ma senso PERCH FEST, cioè perché festa?”. Comunque ha vinto, è un genio, è amico a’mmmia, e ha suonato un suo brano, melodia su cinque congas accordate, come un piano di pelli. Gli dico: “ha vinto l’idea”. Mi dice: “Mi ero giocato tutto sull’idea”. Dico: “Bisogna avere idee, non solo tecnica”. Il mondo occidentale attuale intiero si volta verso di me, e mi risponde: “Che cazzo hai detto, scusa non ho capito”.
CHIOSA:
(Premesso che durante il saundciec da una finestra che dà sulla piazzetta del palco centrale un tizio si pugnettava allegramente sbirciando di sotto il tettame a tutto sole delle bagnanti bagnate ad aspettare l’arrivo delle star…)
Si chiude la notte in spontaneo raduno di fricchettoni provinciali liguri e bassopiemontesi. Una tribu cuneese ci propina un proprio repertorio collettivo di canzone popolare origgginale. Sublimi, geniali, superiori a Elio e pure a me, minimo per l’età, e per il frutto di creatività a più empatie. Mi ci congratulo, e loro (cari) uguali fan con me, che scambio il repertorio e la chitarra. I fricchettoni: gente pulitissima che vìola i regolamenti comunali suonando bonghetti e giocando con il fuoco, ma senza lasciar rumenta in giro mai.
Il tema del cassonetto, invece – cazzo – (che è certamente l’apice creativo e contenutistico della carriera degli Elii) bisognerebbe spiegarlo meglio ai fans, se è vero che dopo il concerto clou del sabato di Laigueglia Jazz Zeronove c’è una distesa di bottiglie al suolo.
Mentre inciampo sui vetri vedo il manager, ed io – che a chi non m’ostacola son grato – lo vado a salutare. Lui vede la mia intenzione e accorre incontro: questo, ragazzi, è il modo di trattare, penso e dico ai cumpari d’incursioni. Nel mentre mi stringe la mano e mi saluta lo informo che è nato il figlio di A., e gioisce. Un suo collega mi sente, e corre incontro anche lui, e in tre esultiamo.
E’ nato ‘nu criaturu. Esente Siae (taglieggiatori della creatività).




(c) Apolide Sedentario 2009
DOWN DOW FOREVER
giornalisti del cazzo
chi vota è sciemo

7 Comments

  1. Bembi Davids scrive:

    Con tutto il rispetto non mi sembra una gran intervista. Le domande sembrano scritte in un secondo tempo e le risposte sono inutili.
    Non conosco bene Elio e le storie tese, mi danno l’impressione di un gruppo perfettamente a suo agio nei corridoi della siae, che non dá loro abbastanza grano. Forse che la tassa sul divertimento non funzioni abbastanza bene?

  2. Apolide Sedentario scrive:

    questa mia risposta a te è inutile come le loro a me, ma tanto per divertire il mio sarcasmo ti dico, caro Bembi che usi troppa bamba e farai la fine di Bambi:
    senza alcun rispetto, le domande non solo non sono scritte “dopo”, ma sono scritte anni fa, dagli Elio e le Storie Tese stessi, altro non essendo che montaggi dei loro stessi testi…
    loro testi, tu test di cazz?
    (mi devi 22 milioni di neuri per diritti sticazzisiae all’aver scritto un commento, commendator Davids)

  3. Zuppa di niente scrive:

    Intergodo per solidarizzare con Bembi. Come tu stesso ammetti le risposte degli Elii erano evasive. E tu non hai contrattaccato come per non guastare un’amicizia. Anche tu fai le domande senza controdomande? O anche tu lavori in qualche modo per la siae? con affetto

  4. Apolide Sedentario scrive:

    quando non contrattacco è perché il minchia che intervisto non merita neanche questo (il contrattacco, che poi è in realtà un pre-attacco, stando già nel quesito ogni sorta d’insulto)…
    mi congratulo con la vostra farisea precisione nel cercar peli di cazzo nell’ovaia di puttana a me, voi che a chi manipola le menti massmediatiche date sempre e soltanto silente reverenza…
    mandami un ispettore siae, se vuoi sollazzarti leggendo sulla cronaca delitti efferati sotto il solleone…
    a proposito: io amici non ne ho (Loredano Ber Me, lardo in ano ber te, zuppa di mmminchia)


    apolide sedentario

  5. zuppa di files scrive:

    scusa, non ho capito l’ultima frase.
    Mi vuoi deliberatamente offendere?
    Deliberati pure tanto io non mi offenderó mai!!!!!
    MAI OFFESI!!!!

  6. Apolide Sedentario scrive:

    offresi offese
    liberata mente


    apolide sedentario

  7. apolide sedentario scrive:

    questo fuori luogo (o anche “fuori” e basta) impertinente intervento del sedicente beniccassim non casca a fagiuolo (caos mai casca a maria) e non ci sta come i cavoli a merenda (caos mai sta come il joint a colazione, visto anche l’orario), ma come si suol dire “il suolo andrebbe seminato anziché cementificato”

    se qualcuno volesse fornirci campioni delle citate qualità, saremo comunque lieti di esaminarle per consegnare il premio “TxC al ThC” del secondo millennio (che non è il secondo millElio)


    (c) apolide sedentario 2015

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