DATE(gli) A BERTONE

Recentemente Bertone aveva tosto indecedentemente citato stravolgendola una battuta di Cristo.
Non pagare le tasse era peccato. Peccato che il peccatore sia – altra scena – il lapidatore stesso, a detta dell’Eurobbba Ue’ Ue’ Ue’… Sempre le stesse cose, Nazareno: altro che “spogliati e seguimi”: Bertone sta porporato a far servigi al Re(tzinger)…

“Date a cesare quel ch’e’ di cesare”, citava il fariseoseisei Bertone, per dire ch’era peccato non pagare le tassazioni allo stato.
Allo stato delle conoscenze in esegesi evangelica, la frase fu pronunziata, IN SENSO OPPOSTO, da un Cristo Incazzaterrimo (da giorni e giorni tediato e martellato dai farisei ebbbrei per trarlo in fallo di fronte alle leggi romane, e lavarsi le mani consegnandolo alla giustizia ordinaria): gli venne posta la farisea domanda “a chi dobbiamo dare, rabbi’, questa?” nel mentre gli si porgeva una moneta.
Cristo sapeva bene ch’era trappola. Guardo’ la moneta, et ivi v’era faccia.
“Di chi e’ questa faccia?” chiese Cristo tra lo sfottente e il guascone.
“Di Cesare” gli rispose boccalone il fariseo a-dialettico.
“Allora datela a lui, l’avra’ perduta: date a ‘sto cesare quel ch’e’ di cesare, et nun scassatemi la mmminchia a me”.
Fottuto l’infame, evitati sbirri: sublime mossa di Cristolupenterzo.

Ma messa non la dice mica Cristo: la dicono quelle croste che son dette in lingua itagliana “clerici”, o “bertoni”.
I quali non pagano l’ICI, dice l’Ue’, neppure sugli edifici commerciali di proprieta’ clericale.
E’ il dazio doganale che paghiamo per avere lo Stato dei Cristiani – il paradosso ossimorico totale – in territorio pseudonazionale (che’ in realta’ la Breccia a Porta Pia non fu mica invasione, ma occultazione di teocrazia).

Bertone non paga il biglietto e fa l’infame con gli altri portoghesi.
Bertone e’ obeso. Cristo ci ha il costato tutto smagrito, messo sulla croce.
Crocifiggiamo Bertone. Senza pagar, sotto croce, il suolo pubblico.


(c) Apolide Sedentariesus 2007

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