LE GENTILISSIME ATTENZIONI DEL GOVERNO GENTILONI – 3° consiglione dei ministroni

I tecnici del Tesorone a questo punto puntarono i piedoni.
Il rischio di spesoni senza avere il creditone adeguato apriva crepe, crepacci, e anche creponi (nel senso di investitori finanziarii infartuati per crolli dei listini ora chiamati listoni) nei conti pubblici.
Si confermò un tettone (per quanto in generale Gentiloni ritenesse le tettine forse più delicate) di 68 annoni per andare in pensione.
Si temeva un assalto al diligenzone della liquidazione che avrebbe fatto schizzare in alto il deficit. Atti, la liquidazione e lo schizzare, che facevano arrossire Gentiloni, in qualche modo versione istituzionale del noto Il Tenero Giacomo.
Radere al suolo non era poi un concetto consono ad un Governo Gentiloni. Meglio piuttosto “sfoltire”. E da sfoltire, diceva a gran vocione l’opposizione, era per iniziare il carrozzone municipalizzazione.
Nel frattempo si distolse l’attenzione dalla questione parlando invece sui telegiornaloni solo di donazione di gameti. Chiamati dai giornalisti “gametoni”, venivano alternati sugli schermi delle televisioni ai classici ripetuti interminabili ossessionanti idioti gavettoni dei grandi fratelloni.
“La denatalizzazione può venire dal paio di coglioni che ci fanno con certe trasmissioni?” chiese la Lorenzin alla Lorenzoni.


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