TIRARE GIU’ I CRISTICCHI

esposto di maRino Gaetano a Simone Cristicchi per plagio concettuale

E’ come se dall’84 in poi si fosse scelto di mediocrizzare il filtro selettore di ciò che vien dato a bere al boccalone comune ascoltatore.
Mediocrizzare nel senso letterale di “abbassare alla media (per il Media)”.
Media set. “Bravo, sette più!” era battuta sarcastica, poiché alla Rai del tempo bianco&nero (prima cioè del grigiore?) selezionavo Artisti con maiuscoli 10 (e non lo si dice alla Totti).
Siamo passati al “tutti con il loro quarto d’ora di gloria” dall’élite precedente (che nelle Arti è il minimo, altrimenti la Cappella Sistina oggi sarebbe stata coperta di tags). Calcisticamente parlando (vedi Totti) sarebbe come se anziché Totti, in Champions, giocasse il panettiere stagionale che fa il regista offensivo nel campetto del torneo tra i baretti che ha per premio i buoni omaggio al Trony.
Avevamo Corrado, abbiamo Linus. Avevamo Volonté, abbiamo Bova. Da Buscaglione siam giunti a Jovanotti. Da Rino Gaetano a me.
E sì, perché, si sappia, io so benissimo che “maRino Gaetano” (me medesmo) son niente rispetto al Rino senza il “ma”.
Ma Cristicchi (‘sti cazzi e anche ‘sti sticchi) ma chi straminchia è?
Cristicchi è “figlio di un mio minore”. Di un “ma” minore.
Io sono Cristo. Lui è Cristicchi.
Io canto come riesco, e ammetto i limiti di essere Autore assai più che cantante. Lui con la voce che ha, col suono a papera, non può nemmeno parlare.
Io sono un capellone origgginale. Lui solo semplicemente spettinato.
Io mi beccavo denunce occupando alla brutta maniera i luoghi sfitti. Lui andava in crisi emotiva visitando i manicomii dismessi.
Io sono anarchico individualista stirneriano con scappellamento a destra in quota antani. Lui è l’ennesimo aborto della “scena dei centri sociali col concerto al sabato”.
Io ho scritto “Alessia Fabiani”, e meno bene. Lui canta “Meno Male”, e come icona (per la clastìa) ha messo Carla Bruni.
Io dico “ha fatto bocchini”. Lui si dimena sul palco come ha dire “adesso te la dico in faccia tutta”, ma non ha il coraggio di dire pane al pane, puttana alla puttana.


Cos’è il “plagio”?
Il plagiatore plagia un incapace o è il plagiato a farsi abbindolare?
E il plagio artistico, invece, capovolto, in cui è l’incapace a plagiare chi, Capace, ha avuto l’idea efficace?
Copiare è cosa palese: si confrontano due vignette per trovare le differenze tra loro, la settimana enigmistica.
Ma il plagio è ben più ambiguo.
E io ne sono un campione, Artista del Falso da sempre, cofondatore di “Capitalismo”, faccio per dire, ahò.
Plagiare in chiave satirica è ben lecito. Si prende l’opera oscena da colpire e la si capovolge: Mussolini diventa Petrolini. Principio della parodia.
Ma chi pare Dio nella satira può appunto per permettersi di sfottere il coglione Venerabile di turno, ed indicare il pisellino del Re.
Diverso è quando chi plagia prende spunto da un’Opera maiuscola per farne versione all’uopo edulcorata da commercializzare per le masse in forma di surrogato. La Rivoluzione assorbita dal Sistema. La griffe col simbolo “Peace”.


Rino Gaetano era anarchico. Ed Artista.
In quanto anarchico possono dirsene e farsene discepoli coloro che con la propria stessa vita testimoniano l’Anarchia, fuor da ogni compromesso coi padroni.
In quanto Artista possono dirsene e farsene discepoli coloro che ne abbiano il Genio, ovvero il gene comune a quei pochissimi le cui pronunciazioni siano sempre Squisite.
Anche se va pur detto che chi è un Grande (tale resterà Rino) innesca reazioni a catena, e figlia assai, e tutti figli suoi possono essere sia i maRini Gaetani che i Cristiqqi (in ogni progenie c’è l’impasto giusto e il fratellino più scemo).
Poniamo che il lato artistico sia in sé passibile di relativismo soggettivo. Tutti coloro che apprezzano Gaetano durante l’atto autoriale a Lui ispirandosi, in sincerità ponendosi, avran lecito il dirsene prosecutori. In questo caso Cristicchi avrebbe il pass per dichiarare (19 febbraio, a L’Itaglia Sul Due) “mi sono ispirato al modo di comporre che aveva Rino Gaetano” (forse hai confuso Rino con maRino?), nonché per vincere nel 2003 il Premio “Una casa per Rino” (assegnato da Fondazione ufficiale compaesana del grande Cantautore, suo malgrado qui strattonato in diatriba).
Ma sul lato anarchico c’è oggettività. L’Anarchia non è estetica, ma est Etica.
Il mio disco non ha il bollino Siae. Il mio disco non esiste, d’altra parte. La sedicente etichetta indipendente NOISEVILLE.ORG è – come i turistipercaso.org – citazione situazionista, virus, luce riflessa. Il mio disco non è stampato. E’ “ventilato”, “annunciato”, come parole al vento. Esiste, è inciso, ma non è stampato. E difficilmente lo sarà, essendo Noiseville una buona intenzione. E, qualora foss’anche un dì stampato, non potrebbe venir distribuito, causa l’assenza del pizzo della Siae, da mia Anarchia ineludibil condizione.
La mia opera è inoltre vincolata all’essere esclusa da forme contrattuali e  formule commerciali di profitto, nonché da pubblicità o liberatorie per diffusioni in Tv.
L’intera mia vita è esclusa da salari, burocrazia che non sia indispensabile, tentazioni da turno elettorale (io non voto, è palese, ma nemmeno per alzata di mano), o qualchessia riconoscimento di un altrui decisione riguardo me medesmo. Io sono nei fatti anarchico.
Manco pe’ o cazzo anarchico è Cristicchi. Cristicchi fa gli spettacoli teatrali intitolandoli “Canti di miniere, amore, vino e anarchia”. Ammesso non sia astemio quale pare, e ammesso faccia l’amore (ovver gli tiri), di certo in miniera non va, e tantomeno bazzica l’anarchia. E inoltre va a Sanremo.
Mi si dirà “appunto: Rino pure lui era andato a Sanremo, Gianna Gianna”. E non peraltro il mio disco al primo brano cita il suo andare a Sanremo, e qui lo cazzia (“…Rino pure tu!”). Ma la si metta così: a parte che le testimonianze circa Rino spiegano bene come quel Sanremo fu un’imposizione di casa discografica ch’egli dovette subire; a parte che i suddetti testimoni affermano che “Gianna” fosse un brano scritto quasi a ripicca, per portare un nonsense-tantoperfare anziché una Sublime Genialata come le altre canzonatrici canzoni in stile suo, e che lui stesso vedesse questo brano come caduta di stile; premesso ciò, il Sanremo di Gaetano apparteneva alle annate dei Sanremi in cui la Rai – sommersa dai ’70 che avevano disintegrato tradizioni – nemmeno seguiva più le tre serate, limitandosi ai playback di finale; ovvero Sanremi anomali, anormali, in cui poteva spuntare appunto un Rino con la sua tuba e i fiori, o un’Anna Oxa vestita da punkaccio, o un visionario a bestemmiare il Sinai con “sette fili di canapa”, o scapestrati girare tra le favole in mutande per vivere alla grande. Invece questi attuali son Sanremi adatti a Irene Grandi, con la Caselli e gli Oligarchi suoi a tiraneggiare impuniti. Ambiente in cui Rino, ammesso ci passasse, avrebbe solamente VOMITATO.
La storia non si fa con i Se, la musica si fa con i Si, l’Arte si fa soprattutto con i NO. Andare a Sanremo? NO! Cristicchi invece ci va. E va anche a.


Alla ricerca del plagio concettuale.
Abbiamo detto: copiare è cosa semplice, plagiare è fatto più ambiguo.
Comparazione dei testi “Alessia Fabiani” (Marino Ramingo Giusti, 2009) e “Meno Male” (Cristicchi, 2010):
Io dico “Alessia Fabiani”. Lui dice “Carla Bruni”.
Io dico “E non si vive di solo panico”. Lui dice “La gente non ha voglia di pensare cose – cose negative”.
Io dico “E non si vive di inverno anomalo”. Lui dice “La gente vuol godersi in pace le vacanze estive”.
Io dico “E non si vive di cambio stabile”. Lui dice “C’è la crisi mondiale che avanza”.
Io dico “Ma se si vive di pelo pubico e va beh”. Lui dice “Che bella Carla Bruni, se si parla di te il problema non c’è”.
Io dico “E Re Emanuele ha fatto un casino”. Lui dice “Se sbaglio mi corigerete”. (Plagio che si potrebbe definire “In nome del Papa Re”)
Io dico “si combatte Al Qaeda somala”. Lui dice “Osama è ancora latitante”. (Qui unito al plagio c’è un perverso capovolgimento semantico, quello che appunto il Sistema usa a suo uso pro Usa capovolgendo il problema di una guerra d’attacco criminale con l’imputarle il non aver raggiunto l’obiettivo ed il non esser dunque terminata nei tempi di un blitzkrieg).
Io dico “E va beh, e va beh, e va beeeeh, beeeeh, beeeeeh”. Lui dice “Ambarabaciccicoccò”. (Qui siamo a un rarissimo caso definibile “plagio dello sberleffo”).
Ammesso il concetto di plagio concettuale, tenendo conto dei suddetti indizi ma anche del significato complessivo, risulta che “Meno male” è pari pari la mia “Alessia Fabiani” (brano peraltro diffuso in radio a Roma, città in cui vive Cristicchi, in trasmissione di Radio Città Aperta udibile anche su noiseville.org, in cui è riportata anche la data, precedente a scalette sanremesi).

Se fai come Simone metti in alto le mani e poi dagli ceffoni.
Io ti omaggio di una cosa, una cosa grossa che sul cranio tuo si posa, Cristicchi scippatore. Io me la prendo con te. E sbatto il mio Cranio Tanto da caprone contro la tua testolina di cazzino.



(c) Apolide Sedentario 2010
diritti ceduti in esclusiva a marino ramingo giusti e per suo tra(poco)mite a maRino Gaetano
DOWN DOW FOREVER

Leave a Reply