DIARIO ARIANO 19 Holbrooke e l’"assassinio in apparenza"

Nel mentre ai littleboccaloni del bigbrader orwelliano non gli import che l’export di democrazia sia una Guerra Mondiale (e gioiscano, anzi, che il Maiale dell’orwelliana fattoria sia un biancoabbronzato negropallido), l’Occidente genocida dei Pensieri insegna agli afghani che il broglio è benvoluto quando vince il partito prointeressieconomiciglobbbali , mentre va denunciato e bombardato se favorisce Ahmadine. E mentre gli afghanmaggiordomi s’insozzavano il dito con l’inchiostro elettorale, a supervisionare le elezioni O(bah)ma mandava il pirlone Richard Holbrooke, bovaro cialtrone gnurante che La Stampa traduce nei suoi conati di ragione:
1. “Sicuramente ci saranno dispute sul voto, come in tutte le democrazie”. Tutte. Anche la tua, coglione di votante tricolore che caschi bipollarmente negli imbrogli palesati dal baro ammmericano cui nessuno spara più nel saloon (pardon: nell’urna).
2. “Ci sono stati importanti eventi in Pakistan, come l’assassinio, almeno in apparenza, del comandante talebano Meshud”. Assassinio in apparenza. Poniamo che ho il broker Holbrooke tra le mani: in apparenza lo accarezzo, ma di fatto lo riempo di pattoni fino a che sputi l’animaccia anfame.
Hanno ammazzato Meshud, in apparenza. Meshud è vivo.      




(c) Apolide Sedentario 2009
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giornalisti del cazzo
chi ha votato è sciemo

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