AISI, AISE, (AI)DS: SERVIZISEGRETI & ALTRE LICENZIOSITA’

Il pusher ogni tanto cambia numero. Il serviziosegreto cambia nome. Ma tutto resta invariato: il prezzo della bonza, tanto quanto il costo dello stato.
Han “riformato” i servizi segreti, zitti zitti, con qualche trafiletto del Corsera ad annunziar la notizia, fievolmente.
Non cambia niente, cambia solo il nome. Dal Sifar e Cocer si passo’ ai recenti Sismi e Sisde, ed ora a Aisi e Aise.

Il non-cambiamento e’ palese: questo e’ il paese in cui fai la facciata perche’ lo stato da’ finanziamenti a ristrutturazioni intonacali, mentre gli interni restano locali marciscenti…
Le “novita’” consistono – dovute al postcaso Abu Omar ed ai casini delle intercettazioni e di Pio Pompa – in qualche principio del tipo “limitazioni al top secret, che non puo’ coprire stragi od atti eversivi”, “limitazioni alle azioni, che non devono leder la salute e liberta’ delle persone”, o “negazione di operazioni improprie contro partiti o giornalisti”.
Un detersivo ipocriprogressista dopo i macelli avvenuti in questi tempi.
E lo sostiene anche lo Spataro che con la Boccassini fa invenzioni e mette su magistrali montature circa ectoplasmi-bierre (sul Corsera):
“La nuova legge non cambia nulla. Non basta dire che la legge non prevede la licenza di uccidere. Ci mancherebbe!. Piuttosto, si nega l’autorizzazione a operazioni illecite indagando circa partiti o sedi sindacali…”
Gli (ai)diessini inquisiti sulle banche e le scalate agli affari non “riformano”, ma si parano il culo. E lascian licenza di perquisa anale per chi non sia delegato sindacale od iscritto a un partito.

Abu Apolide: il prossimo rapito?


(c) Apolide Sedentario 2007

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