MALAFEMMINicidi – a cura di Giustotò Decurtatis
– Carla Bruni si era messa in testa che fosse meglio tenere lo sguardo fisso sull’essenziale, anche se non era facile. Lo ha tenuto così fisso che si è autoipnotizzata. Senza accorgersi che non stava neppure guardando l’essenziale, ma un generico particolare. Sino a morire di inedia.
– Nicole Minetti aveva deciso di lavorare con le ruspe, perché di cenette coi miliardari era un po’ che non se ne faceva, e di stare in un ufficio per lei sarebbe stato un supplizio. Salvini poteva stare più attento quando in retromarcia con la sua ruspa padana, sequestrata per radere al suolo le baraccopoli, non si è accorto che i labbroni della Minetti stavano attraversando il piazzale…
– Milly Carlucci con la maturità si dedicava all’amore il doppio del tempo. Con la senilità il triplo. Nell’imminenza dell’era del quadruplo, stava pensando a non perdere del tempo, e si è distratta nell’attimo fatale.
– Bianca Balti aveva l’alito cattivo. I giornali femminili lo ritengono un effetto collaterale inconfutabile di un protratto regime iperproteico. Ma proteine o meno, il punto è proprio che l’alito era cattivo. Così cattivo che – crudelmente pure – la ha ammazzata.
– Parvin Grillo, moglie del Beppe pentastellato, è incocciata in quattro coach in cerca della voce. Non avendo Parvin quella gran voce, e venendo quindi da essi eliminata, la consorte di Grillo ha preso alla lettera il verdetto dei coach incocciati.
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