NERA CHE PORTA VIA E’ LA A DELL’ANARCHIA – Intravista esclusiva con DOLCENERA – Apolide Sedentario al “SU LA TESTA FESTIVAL” 2023, Teatro Ambra di Albenga – (ghèststar: Gianmaria Simon)

0- INTRO

Tre anni dopo il sanitarismo distopico e la proibizione un po’ Scialpiana (Rockin’rolling nel silenzio che c’è…) di ogni aggregazione sociale ed artistica, con poi il mengeliano codazzo di accessi possibili a teatri e concerti per i soli possessori di inserto genico a mRna, torna al Teatro Ambra di Albenga sopravvissuto alle ennesime difficoltà, e per mano dell’Associazione Culturale Zoo, anch’essa sopravvissuta prima di tutto fisicamente nei corpi dei suoi tanti volonterosi volontari e poi anche mentalmente non avendo perso la voglia di sbattersi, il “SU LA TESTA FESTIVAL”, rassegna di cantautori nell’anno dello “sbatti il Cospito in prima pagina”.
Star dell’edizione è Dolcenera, che prende il nome dalla canzone di De André sull’alluvione di Ge No Va, Fabrizio del quale sappiamo bene l’appartenenza all’Anarchismo.
Il quadro si cerchia, insomma. Contariamente alla banalità della visione consueta. Ostinatamente, quindi, torna SU LA TESTA e torna Apolide Sedentario, ennesima ondata di sarcasmo virale.



1 – INTRAVISTA ESCLUSIVA CON DOLCENERA

Dolcenera arriva puntualissima e balza subito al pianoforte del palco per il saundcièc.
Miagola richieste tecniche al fonico ormai monumentale Mazzipunk per il bilanciamento delle spie, ma intanto anche ruggisce vocalmente con spunti dai suoi brani, suonati e cantati con impeto e trasporto che nulla hanno di “prova” e molto di “espressione”. Una musicista vera, che vedendo il pianoforte a coda non può tener ferme le dita, e una cantante onestamente assai rispettabile, capace di infinite sfumature dell’emissione vocale, dal ringhio al sussurro, dall’acuto al soffocato. Mazzipunk stesso le dice “è che tu hai voce, a differenza di tanti altri”.

La appropinquo, e non è entusiasta di un’intervista non programmata. Che infatti non le propongo. Io intravisto.
E’ una sola domanda, le dico. E che domanda. Non ha nemmeno l’interrogazione…

APOLIDE SEDENTARIO:
“Un giorno un ordine mondiale ha detto: qualunque cosa accada, non esci più di casa”.

Dolcenera scoppia in una grassissima risata, lei così scricciola e magra. Grassissima e lunghissima, lei così invece piccina. Ride, ride, ridevolissimamente ride.

APOLIDE SEDENTARIO:
“Per me può andar bene come risposta anche che hai riso”.

DOLCENERA:
“Ma quando fai queste domande agli altri non ridono?”

APOLIDE SEDENTARIO:
“Ridono tutti, di solito. E che ridi è comunque un inizio già apprezzabile, e anche una risposta validissima”

DOLCENERA:
“Allora per risponderti a parole: non ci credo, perché l’ordine mondiale se avesse un ordine non sarebbe così disordinato.
E se una cosa la fanno tutti non è più segreta.
Comunque preferisco che si esca di casa e ci vediamo a casa.”

Ancora ridacchiando in pimpantezza, mi dà una carezza al braccio, e non ha più tutta la fretta iniziale, anzi abbiamo ormai un tono colloquiale, e ci divertiamo a distinguere gli Artisti tra coloro che vedono il confronto come divertimento intellettuale e quelli snob.
Pensavano in molti, e un poco pure io, che snob fosse lei. Lietamente annotiamo sia piuttosto un’adrenalinica eterna ragazzina. Firma pure gli autografi, cordiale.
Arriva pure a rilasciarmi un parere – in napoletano ferino – su una ferita (aperta?) del passato che, vista la colloquialità, le ho ricordato, e che non riporto qui, ché è personale, e io – provocatore sì – ma ho sempre l’Etica, diversamente da chi sta a “vaccinare”.
Mai più noi due, probabilmente, Dolcenera. Ma bell’incontro, stasera.



2- INTRAVISTA ESCLUSIVA CON GIANMARIA SIMON

Gianmaria Simon è cantautore indipendente, con personale immediata simpatia e un genere musicale folkeggiante, che preparando l’intrusione al Festival ho ingenuamente male interpretato come “rosso”.
Posso sbagliare anch’io, ma se in dettagli trovo qualcosa che mi dia una smossa all’attenzione critica, allora mi concentro e mi ravvedo. E vedo che in un testo, parlando peraltro di “odio consapevole” (concetto di cui lo ringrazio), cita Sante Caserio (“Odio la guerra, ma amo Sante Caserio che pugnala il Presidente”).
Proprio encomiabile ricordare Sante. Ma Sante lo deve citare chi si sente in assonanza con il suo Ideale. E avendolo interpretato come “rosso”, son mosso a porgli la contraddizione.

APOLIDE SEDENTARIO:
“Ma perché voi comunisti dovete sempre citare gli Anarchici?”

GIANMARIA SIMON:
“Ma io non sono comunista. Io abitavo a Sarzana, dove c’era il Battaglion Lucetti, e andavo sempre nel bosco col cane dove c’era il cippo di Nerone Camarasa, Partigiano morto nel 1945”.

Ecco dunque perché ha scritto un brano dedicato a un Partigiano, nulla a che a fare con quelle produzioni commerciali di band e autori che marciano retorici ed infami sulle Rivoluzioni altrui.
Mi scuso del qui pro quo, e tedio un po’ con la mia logorrea Gianmaria e i suoi musicisti, libertari ed artisti.

“Su la testa”, per gli organizzatori, mi dicono un poco tutti quando al ritrovo dopo ben tre anni chiedo loro che cosa li abbia spinti a riprovarci ancora, è “un modo per conoscere gli Artisti, e questo ripaga le fatiche aggratis e il tempo che ci si mette”.
Piacere di conoscerci, Sarzanesi dei monti di Lucetti.



3 – CHIOSA (A SORPRESA, SENZA CHIEDERE SCUSA)

Vi hanno vaccinato per il Teatro.
Perché non possiate più trarne visioni.
Scambiando Carmelo Bene con “star Buoni”, e la Crudeltà di Artaud col pesce crudo.
Su la testa, chi la ha, o anche senz’acca, come ormai scrivono pure i laureati. Su la testa chi la A, ma A cerchiata.



(c) apolide sedentario 2023
DOWN DOW FOREVER – 34 – NON E’ COLPA D’ALFREDO – MAKE L’UOV NOT TUORL
si ringraziano i “ragazzi” dell’Associazione ZOO e Mazzipunk


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