EPPURE SO – Intraviste esclusive con ALBERTO BERTOLI e GIULIA MEI – Apolide Sedentario al SU LA TESTA FESTIVAL 2019

0. INTRO

C’è una tale alluvione di reggetontrapcantautistici che vengono giù i viadotti, perché il battito d’alito di una dichiarazione fallace scatena tempeste al lato opposto del globo, a meno che non sia piatto, e allora lo struzzo-icona del Festival SU LA TESTA di Albenga ficcando il cranio nel suolo uscirebbe dal lato opposto del disco, che possiamo qui supporre essere in vinile.
In effetti c’è un vinile appoggiato sui sedili del finalmente stabilmente operativo (dopo decenni di discussione politica su se tenerlo vivo – unico palco teatrale della città – o se risparmiare i soldi e investirli in qualche milionata di giga) Cinema Teatro Ambra di Albenga, mentre per intravistare come ormai tradizione mi reco al saundciec.
Ma non c’è lo struzzo. C’è lo stronzo (io). E ci sarebbero pure gli stronzetti, ovvero quei “cantautori” di nuova generazione che stanno un po’ tutti tra Bersani (il cantante) e Silvestri (il megafono), con quella satirella borghesella parlando male del che va male tutto, pur essendo in panciolle dentro al tutto a funzionare sincroni col tutto.
Ci sarebbero, dicevo, ma non ci sono perché il programma li ammucchia in altre date (in cui per esser sinceri mi vien detto che almeno dal vivo sono stati ottimi), e io mi presento a quella più a me consona, in cui suonerà la band di Alberto Bertoli, figlio di tanto padre a muso duro.



1. LAUZI AD ANACAPRI – INTRAVISTA ESCLUSIVA A GIULIA MEI

Prima di Bertoli prova Giulia Mei. Costei è una siculina assai piccina assai carina assai pur caratterina che accompagnata dalla tastierina e da una trinacriale simpatia compone brani leggeri ma sinceri, e dentro quella botte piccolina ci sta ancora acerbo un potenzial buon vino.
Mi autoconvinco erronamente (alza i mer, apolide) di averne letto il nome tra i premiati del Premio Bindi per i cantautori, e conoscendone il mentore decido di intravistarla.
Tranne poi scoprire che trattavasi invece di vincitrice del Premio Lauzi (che laupsus, apolide), e che codesto si tiene ad Anacapri. Ad Anacapri? Ma come a Anacapri? Tenco a Sanremo, Lauzi a Anacapri, e a Genova il Bigo e l’ano di Piano?
Detto ciò, Giulia mi dirà poi che a Anacapri trattano splendidamente gli ospiti, e le credo, e chiedo cittadinanza onoraria, purché si ridenominino Anarcaproni e io ne sia il più testardo rappresentante.
Studiando il programma del Su La Testa Festival, avevo scorso qualcosa sulla rete, e avevo abboccato a un passaggio di un suo testo in cui Giulia sostiene che allorquando i “negri invasori” arrivano in barcone colui che li detesta non vorrebbe condividere con loro la “stessa libertà”.
So che la Mei voleva nel suo testo prendere etica parte per le leggi di base degli esseri umani (ormai estinti, si sa, tranne quei quattro balordi che percaso ancor si trovano qua), ma la sua frase mi provoca la domanda che difatti le sottopongo (carina lei piccina che sembra non scherzo davvero una bambina, acqua e sapone e cadenza siciliana, fai buona vita Giulia).

APOLIDE SEDENTARIO:
La stessa libertà del popolo della stessa non mi interessa, anzi la disprezzo. Se non te l’avessi detto avrebbe fatto lo stesso?

GIULIA MEI:
In primo luogo sticazzi.
In secondo luogo sono quasi d’accordo con te.
E’ una libertà finta, non mi ci rivedo.
Io però nelle mie canzoni parlo di vita vissuta, non faccio canzoni di impegno o schieramento. Anche se poi affronto quei temi mentre parlo di sentimenti.
Di quella Libertà che invece mi interessa, non ci raccontano molto…

Viva i vent’anni, Giulia, folli come dici tu. Viva la Libertà. Viva Forever. Forever young.
“Non ti raccontano molto”, hai tutte le ragioni. Qualcosa ti ho raccontato almeno io. Intravedendoci.



2. SPUNTA LA LUNA DAL MONTE E NON E’ LA SPUNTA DI UOTSAP – INTRAVISTA ESCLUSIVA A ALBERTO BERTOLI

Alberto Bertoli è il figlio di Pierangelo Bertoli, a muso duro mentre il vento soffia e fa volare più veloce di Achille e della tartaruga la carrozzina.
Figlio di tanto personaggio storico, come cantautore porta avanti se non lo spessore filosofico del padre, ma almeno il clima musicale folk-country-emiliano e la apprezzabilissima timbrica vocale. Per lo “spessore” che dicevamo si appoggia alle cover del cotanto padre. Ma se di cotanto padre padre sei figlio, mi vien da – intravistandolo – far leva proprio sulla necessità di esserne consapevoli. Da cui la mia domanda per lui, al fulmicotone.

APOLIDE SEDENTARIO:
Eppure so… E tu?

ALBERTO BERTOLI:
Io non lo so se so.
In realtà non credo.
Sempre meglio dire (è Eraclito che lo dice? ah no, dice il chitarrista che è Socrate, di Eraclito parlavo ieri sera e faccio confusione): So Di Non Sapere.
Ma nonostante tutto qualcosa è rimasto da sapere, e per esempio riguardo alla situazione politica attuale SO CHE NON SI FA COSI’.
Deve esistere ancora un cuore, non che in base ai voti e ai like (che ormai è un po’ la stessa cosa) si sacrifichi quello che è l’Umanesimo.



3. CHIOSA: ZERO PESCE NELLA RETE, PERCASO NESSUNO ABBOCCA

Ne parliamo anche con Mazzipunk, immarcescibile fonico sovrano non sovranista e soprano non sopranista della Riviera, di come tra quando eravamo gggiovani (Avanti Feisbuc) e oggi tutto faccia vomitare tarzanelli irranciditi.
Agganciandomi all’ultima frase di Bertoli, trascrivo e sottoscrivo il suo appello umanistico in un sito che HA VENT’ANNI TRA VENTI GIORNI e non ha mai avuto “i like” (e neanche i banner, i link e i pop-up) e non ha mai votato.
Getta la tua Rete, diventa Intelligente Naturale, buone pesche ci saranno.

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(c) apolide sedentario 2019
DOWN DOW FOREVER
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MENZIONE DONO (RE):
Apolide Sedentario consegna a Giacomo Toni e alla 900 BAND (in realtà ora mi dicono lor stessi ridenominata “I Figli di Puttana”) la Targa Saundchespacca, perché non se li era cagati nella preparazione delle intraviste, ma appena iniziano il soundcheck con una smazzata di piano sguaiatamente rock’n’roll e poi partono a tutti fiati e basso e batteria delizionamente stridentemente punk mi fan rimembrare addirittura gli Archibeshop Kebab, e insomma questi suonano che ci danno qazzz!


grazie per l’ospitalità all’Associazione Culturale ZOO e al Teatro Ambra di Albenga (SV)

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