L?ISOLAmento DI WHIGHT – intravista esclusiva tra I DIK DIK e Apolide Sedentario
0 – INTRO
Mentre andava in su La Cattiva Strada per poi fermarsi ad Ebola e Covid varii, Cristo chissà se immaginava quali usi abietti venissero poi fatti in nome suo dai cosiddetti cristiani.
E così pure Faber non sapeva che Don Baglietto ai suoi funerali in Carignano, la chiesa dei ricconi a Ge No Va, lo avrebbe fatto santo in omelia, subito, ancora caldo, come un maggio francese, ma indifeso – essendo salma anche se non di domenica – di fronte a titoli che non eran mica di sue canzoni.
Canzonai l’eccellenza che mi sta in cagnesco, il capo dei Fieui di Caruggi, tempo fa, quando mi fece spintonare fuori dal Teatro di Albenga da costoro perché non intravistassi Facchinetti dei Pooh. Finì a sputi (record mondiale, recentemente insidiato poi da Corsi) miei contro i figli non miei, come da barzelletta risaputa sul quartetto poprock più rinomato della storia itagliana.
Codesti Fieui come allora ad ogni ottobre fanno rassegne (stiamo rassegnati…) su Fabrizio De André, con all’interno ogni anno anche un concerto intitolato a Don Gallo. Salme, dicevo prima, e tombaroli.
Quest’anno invitano Syria ed i Dik Dik. Mi perdo purtroppo la hippie romanaccia che da vari anni si impegna in gran bei recital su Gabriella Ferri, inarrivabile. Ma riesco a trovare i Dik Dik seduti a tavola in una piazzetta d’ottobrino sole insieme a sole locali.
1 – INTRAVISTA ESCLUSIVA TRA I DIK DIK E APOLIDE SEDENTARIO
APOLIDE SEDENTARIO:
Ci son Rimasto solo io, ma gli altri sono troppo più fuori di me, com’è possibile?
DIK DIK:
Non abbiamo capito la domanda…
APOLIDE SEDENTARIO:
La domanda è: “Ci son Rimasto solo io, ma gli altri sono troppo più fuori di me, com’è possibile?”. dove “Rimasto” è in senso psichedelico.
PIETRUCCIO DEI DIK DIK:
Di trip e altro, sigarette, hashish, non abbiamo mai fatto uso.
Io faccio palestra, vado al maneggio, faccio libri.
L’importante è tenere un’attività neurale per invecchiare bene.
Dice Clint Eastwood: “Mi sveglio, faccio colazione, esco e lascio il vecchio a casa”.
Puoi solo rallentare la decrescita dei neuroni, e allora io continuo a fare progetti, teatro, libri.
3 – CHIOSA
Hippie Hippie Hippì. Cominciai così a fare il vagabondo. Sogno California e un giorno io verrò.
Intro incendiarie. Finale pompiero.
Una generazione di ribellimamma che ha abusato della Libertà lasciandola poi sminchiata sul selciato a stupro avvenuto, rubandola a figli e nipoti ai quali diedero invece – come eredità – Capitalismo, Status Quo (stagnante, mica la bend, sparita poi chissà..) e forme cangianti di paninarietà.
Riconosco a Pietruccio – alla sua età – la capacità di mantenere il corpo con la palestra di lucidità che è la Letteratura. Ma le flessioni, per fitness o per metafora (nel caso due con filtro oscenità), sono bersaglio storico di Apolide quando le scorge nell’Umanità.
Ho negli occhi il blu della gioventù, ma al mio congedo mi guardano di sbieco. Taggia i cavelli e vanni a lavurà. Son l’ultimo Rimasto, ostracizzato persino da chi inneggia a Berkeley e Whight, a Woodstock, e Jesus Christ, la Superstar.
Grazie?
O grazie al Dick?
Io mi fermo qui.

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(c) apolide sedentario 2025
Tatanti fencs to Mazzipunk ed al Direttore del Teatro Ambra che ancor lo fa esistere – Foto (c) Randagia
DOWN DOW FOREVER
