TFF * mine vision 1

22esimo Torino Film Festival
12/20 novembre 2004
Lux – Romano – Massimo – Empire


_elucubrazioni sull'organizzazione del festival


Evviva il consumismo, in culo all’austerity. Saga dell’intuile, quest’anno bollata con 3, dico 3 biglietti per ogni visione.
eggià, il salasso (30 € studenti universitari, h 9-19, tutte le proiezioni) costa di simpatici orpelli:
-card magnetica, dove simpaticamente accreditano il tuo abbonamento, che paghi intero, che paghi il giornaliero, cha paghi quel che cazzo paghi.
-card di carta con calendario dell’avvento spettacoli, ossia una banalissima tabella dove crocettano il numero di spettacoli visionati. h 9-19 ha un max di 50 spettacoli, saranno cazzi miei se li vedo tutti o no?
-biglietto ordinario, com’è logico, mi abbono per comodità, perchè sò stronzo e non ho trovato il pass ne me lo sono prodotto, e per ogni proiezione faccio la coda in biglietteria..
[nelle prossime puntate: come falsificare il pass (a cura di Franz Cinemascope/Tigre VS Tigre)]
notizia sensascional, non ho scazzato con la troiona vecchia bigliettaia del Massimo.. anzi, c’ho fatto la battuta, m’ha sorriso e risposto a tono. incredibol..
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_my visions


Venerdì 12 Massimo 3 – 16:00
Detours
L’OPÈ INCATENATO
OPÈ CHAINED
L’OPÈ INCATENATO
di Daniele Ciprí, Franco Maresco
Italia, 2004, Betacam SP, 10′
La parte fiction di Come inguaiammo il cinema italiano (tagliata nel montaggio finale del film) è riunita da Ciprì e Maresco per formare un cortometraggio autonomo.

Ciprì e Maresco sono dei grandi, geniali, distruttivi, caustici e minimali. Grandi trovate d’una blasfemia estrema, a pugni in faccia con il buongusto finto a suon di cazzotti fatti di realtà.
Che non si faccia di tutta l’erba un fascio, anche se buona da fumare..
Carino minimal corto, un finto ercole, un minimal sfondo, una minmal banda, il circo delle finte mitologie terrone. come sempre, geniali, ma un corto può essere anche di 5 min e non di 10, se diventano ridondanti…


Detours
KOKORU ODORU / SOUL DANCING
L’INVITO
di Kiyoshi Kurosawa
Giappone, 2004, VHS, 15′
Con l’icona Tadanobu Asanu un Kurosawa Kiyoshi di eccezionale mistero e grande fascino visionario. Un piccolo capolavoro.

Un ritratto in pieno JapanStyle dei concetti più puri e radicali (alla base) di società e modi umani. Uomini&Donne si scontrano e si fondono con gli Abitanti, trainati da un Visitatore che troppo esita a spiegargli i Mali. Bello, panoramico, ampio e lento, giapponese insomma..

Detours
TRAVIS
TRAVIS
TRAVIS
di Kelly Reichardt
USA, 2004, Betacam SP, 12′
Pulsanti mutazioni/ripetizioni di forme, suoni e colori, eccheggia Brakhage e Snow. Firmato da una veterana del TFF che si muove agilmente tra fiction e cinema astratto.

Dire che mi sono abbioccato è dir poco.
Immagini sfumate, frase in loop ripresa per tutti i 12′ e ogni volta aggiunta da particolari.. dire che mi sono abbioccato è dir poco.


Detours
VISITORS
VISITORS
VISITATORI
di Steve Dwoskin
UK, 2004, Betacam SP, 28′
Dentro l’enigmatico isolamento di un appartamento arrivano due visitatrici, una conosciuta, l’altra sconosciuta dall’uomo che le riceve, simili ambedue a un’apparizione o a una visita di angeli.

Nulla di che, tempistiche particolari e manieristiche inquadrature, si entra a forza di piede di porco nel concetto di questo corto.. ma ne parlerò meglio, perchè si aprono scenari e discussioni sull’entità di un corto. odddio, non è che non ci si dorma la notte o che ci sconfiggo la fame nel mondo parlando di cortometraggi..

Detours
NIETZSCHE EM NICE
NIETZSCHE IN NICE
NIETZSCHE A NIZZA
di Julio Bressane
Brasile, 2004, DVD, 15′
Più che un epilogo a Dias de Nietzsche em Turin, una giravolta, un aforisma infuocato che rilancia il pensiero…

Simil documentario sul periodo Nizzardo di Nice. Sentire Nietzsche parlare in portoghese è spettacolare, melodioso e ritmato. Se la Camera di Nizza è stato veramente l’unico posto in cui Nice è stato ‘bene’, senza fatica, senza peso, un motivo ci sarà. Val la pena cercare di scoprirlo? o è meglio inturilo?

Detours
SOL DORMENTE
SLEEPING SUN
SOLE DORMENTE
di João Trabulo
Portogallo, 2004, Betacam SP, 20′
Trabulho (già interessante esordio a Torino 2003) riprende il discorso insieme tenero e cerebrale sul senso intermittente delle immagini.

Corto sufficentemente onirico-nonsense, mutazioni di scene tra rapporti di vita in candidi sfondi e discorsi forzati da un barbone comunista di razza. Se è onirico e nonsense, il sense che c’ha sto nonsense qua qualcuno me lo spieghi..
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_elucubrazioni sull’entità cinematografica: il cortometraggio


Il cortometraggio è sicuramente la tecnica cinematografica più diretta, immediata, facile e intuitiva dell’entità cinema.
Ma è tutto cinema quello che s’imprime sulla pellicola?
Insomma, girare un cortometraggio con amici non è nulla di stratosferico, il darci un valore, il volerlo a tutti i costi mostrarlo ai più, il pretendere che una sala di un centro sociale sia piena o che un cinema durante un festival sia gremito per 15 minuti di deliro autoreferenziale di attori e regista sullo schermo scaturiscano qualcosa di sentimentale (inteso come ‘scaturire una sensazione, un’emozione un qualcosa..’) è ben altra cosa.
Non tutte le ciambelle escono col buco, daccordo, ma le vaccate sono vaccate, firmate da Madre Teresa di Cologno Monzese o da Bill Murray.
Il cortometraggio è diretto, graffiante e incisivo. Perchè corto. Perchè compatto. E’ didascalico nella sua essenza, se si perde in manierismo pippaiolo da (neo/pre/post/quelcheè) artista del cazzo non porta lontano, si perdono quei significati, quelle pippe autoreferenziali che il cast (dilettante o meno) ha cercato di sparare su una pellicola.. perchè credo (forse erroneamente, forse ingenuamente) che se ci si adoperi materialmente, perchè di quello si tratta, di sporcarsi le mani con un lavoro pulito, ma pur sempre di ‘FARE’ fisicamente qualcosa (mettersi in piazza nudi a farsi fare un pompino, correre travestiti da batman durante dal Turandot, scaricare badilate di cozze sul tavolo della dirigenza telecom arrivando un caddy da golf) imbracciare carta penna telecamera e microfono per stendere la pellicola, qualche significato tutto ciò, sicuramente lo ha. Il dubbio che dovrebbe assalire ai Nostri Registi di Cortometraggi è se è utile o totalmente autoreferenziale da risate nella serata fra amici una-chitarra-‘no-spinello la visione di certe pippe. o ancor peggio, se è totalmente autoreferenziale dell’insita genialità celebrale che ogni stronzo di essere umano cagato sulla terra certamente detiene nei meandri dell’emisfero destro; in parole povere, se son solo pippe dei deliri personal/celebrali, ha senso la visione se questa è limitata per chi sta dall’altra parte dello schermo e non lo oltrepassa?
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_next in line


Massimo 1 – 15:30
Americana
K STREET
K STREET
K STREET
di Steven Soderbergh
USA, 2003, Betacam SP, 90′
Prodotto da George Clooney e Steven Soderbergh (che dirige tutti gli episodi ed è anche dietro alla telecamera) e interpretato da una coppia di famosi consulenti politici americani –lei, Mary Matalin, una repubblicana sfegatata; lui James Carville, un pilastro di Clinton e della campagna Kerry- , è un prodotto delle TV alta di HBO. Stranissimo ibrido di real news e fiction, include camei di democratici e repubblicani, come Howard Dean e Orrin Hatch.

Massimo 1 – 17:30
Americana
TANNER ON TANNER
TANNER ON TANNER
TANNER SU TANNER
di Robert Altman
USA, 2004, Digital Betacam, 120′
Sedici anni dopo aver creato la prima serie di docufiction su una campagna elettorale, Tanner 88, Robert Altman e Gary Trudeau rispolverano per le elezioni 2004 il loro candidato immaginario, Jack Tanner, deputato del Michigan che, nel 1988, tentò la corsa alla presidenza. Tornano gli interpreti originali della serie, Michael Murphy e Cynthia Nixon. Camei di Scorsese, Robert Redford, Michale Moore e di “veri” politici come Joe Lieberman e Mario Cuomo.

e se mi fossi svegliato in tempo, non fosse stata per la Elettrosoundfarm night

Empire – 12:00
John Landis
SCHLOCK
SCHLOCK
SLOK
di John Landis
USA, 1971, 35mm, 80′
La parabola dello “slokantropus” che si risveglia dal letargo è un esordio involontariamente (?) teorico per Landis che vi proietta King Kong, Trog insieme a tutte le sue idee sul cinema e la sua mitologia che in seguito non avrebbe mai cessato di sviscerare. Make Up di Rick Baker.

Empire – 14:00
John Landis
THE KENTUCKY FRIED MOVIE
THE KENTUCKY FRIED MOVIE
RIDERE PER RIDERE
di John Landis
USA, 1977, 35mm, 90′
Chi è Samuel L. Bronkowitz e come mai i suoi film fanno tanto schifo? Manifesto in anticipo sui tempi del cinema demenziale (e della real tv…), colpisce nel segno con le parodie di Gola profonda, Dalla Cina con furore e della blaxploitation di Foxy Brown….

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