Benvenuti a Torino #12

i-i-issso.la-po-po-ppposs-se
aalll.starrr_
e leviamoci sto sfizio
e boh.



Benvenuti a Torino, benvenuti nella terra del diofa.

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Pinerolo – Vista dell’interno del palazzo del curling di Pinerolo
_Pinerolo, ad una trentina abbondante di km da Torino, sventrato da una pista di pattinaggio enorme che resterà inutilizzata, perchè il Curling è sport ben poco italico ma soprattutto ben poco diffuso. 13 squadre circa per tutto il territorio del nord’italia, organigramma non disponibile alla ricerca sul sito della FISG (Federazione Italiana Sport su Ghiaccio)

Fulco Pratesi è un buco di culo piegato a novanta.
Falso & Borghese.
Ma quando le finte paranoie arrivano anche da i così detti ‘accreditati’..

http://www.repubblica.it/2006/a/speciale/altri/2006olimpiadi/rapportowwf/rapportowwf.html

A due giorni dall’inizio delle Olimpiadi invernali l’associazione ambientalista
ha dato le prime valutazioni sull’impatto delle nuove strutture costruite

Wwf, sufficienza ai Giochi di Torino
“Ma i punti negativi sono ancora pesanti”
Tra le opere criticate, la pista per il Bob e quelle per il salto del trampolino (“due cazzottoni”)
Giudizio sospeso per le strutture temporanee. Rassicurazioni dagli organizzatori

TORINO – Il voto del Wwf sulle Olimpiadi di Torino è “sufficiente”. A due giorni dall’inizio dei Giochi invernali l’associazione ambientalista ha espresso le prime valutazioni sull’aspetto organizzativo e regolamentare e sull’impatto ambientale “anche se – spiegano – una vera e propria analisi potrà essere fatta solo alla fine dell’evento”. Nel rapporto “Ghiaccio, neve, città”, dunque, il Wwf dà un giudizio tutto sommato positivo anche se a sospendere ogni verdetto “c’è la necessità di comprendere cosa avverrà delle strutture temporanee realizzate nei siti di montagna” (come tribune, bagni, area media e sponsor).

Gli elementi positivi riguardano innanzitutto la destinazione post-olimpica di alcuni impianti, la coerenza col piano regolatore ed i principi di bioarchitettura con cui è stato costruito il Villaggio Olimpico torinese. (NDA. Vedi #11) A questo si può anche aggiungere lo sforzo fatto un po’ ovunque per utilizzare impianti e strutture esistenti, per la localizzazione in aree urbane di gran parte di quelle nuove, la riduzione dei bacini di innevamento al minimo necessario, la predisposizione di una serie di piani di sostenibilità (tra cui il piano trasporti, il piano rifiuti e il piano acque).

Tra i punti negativi, invece, il Wwf “pur prendendo atto degli sforzi fatti nella ricerca di una possibile compatibilità dei Giochi, mette sul piano della bilancia gli aspetti che intaccano gravemente l’ambiente montano”. In particolare, spiegano, “si sono volute costruire in aree delicate e di pregio ambientale impianti imponenti – definiti dal segretario aggiunto del Wwf Gaetano Benedetto due “cazzottoni ambientali” – per due discipline sportive assai poco praticate nel nostro Paese, come la pista del Bob e quelle del trampolino per il salto”. Per i trampolini non sarebbe stata rispettata la cosiddetta “opzione zero” (in gergo, il non intervento) in considerazione della vicinanza con gli impianti francesi di Abertville. Inoltre, “sono stati realizzati tre trampolini per l’allenamento non previsti e non necessari, ignorando così i vincoli idrogeologici, quelli paesaggistico-ambientali e la possibile interferenza con zone tutelate d’interesse comunitario.

Altro aspetto critico sarebbe quello dell’innevamento artificiale: “Per innevare con uno spessore di neve artificiale di appena 30 centimetri un’area di 5,5 milioni di metri quadrati – spiegano dal Wwf – si calcola che si dovranno consumare almeno 825 mila metri cubi d’acqua”.

E le critiche non si fermano nemmeno davanti al già “maltrattato” fuoco olimpico: il braciere, in particolare, è accusato di consumare troppo. Per il Wwf, così, si potrebbero ridurre i consumi facendolo diventare “simbolo di sostenibilità: mentre ora farà bruciare per 15 giorni 8 mila metri cubi di metano all’ora, quanto serve in un anno a un paese di 3500 abitanti”.

“Il Wwf – conclude il comunicato – pur ritenendo l’esperienza di Torino complessivamente positiva rispetto ad esperienze analoghe anche recenti, auspica che debbano essere gli stessi Comitati olimpici internazionali e nazionali a centrare con maggiore efficacia l’obiettivo ambiente, soprattutto se eventi sportivi così complessi avvengono in luoghi sensibili come le Alpi, protette da un’apposita Convenzione internazionale”, ha detto Gaeteano Benedetto, Segretario aggiunto di Wwf Italia.

Secca invece la risposta di Mimmo Arcidiacono, presidente dell’Agenzia Torino 2006, che ha realizzato le due opere più contestate: “Direi che i cazzottoni se li sono dati loro: il trampolino è citato ad esempio nel mondo come poco impattante, tanto che non si vede dall’altra parte della valle. Per la pista temporanea di bob, mi chiedo con quale tecnologia inedita vogliano realizzarla, perché oggi non ne esistono”. Sulle strutture temporanee la competenza, invece, è del Toroc. Roberto Saini, responsabile ambiente del comitato organizzatore, tranquillizza così il Wwf: “Cominceremo a smontare le strutture temporanee dal giorno dopo la fine dei Giochi, il 27 febbraio”.
(8 febbraio 2006)



La valle sono tre anni che è ampiamente stata sventrata.
Hanno cominciato costruendo una quantità spropositata, in posti spropositati, laghetti artificiali in quota (sopra i 2000mt) che si sono mostrati per più di due anni come fosse profonde e larghe rivestite da una bella pellicola di spessa plastica verde fosforescente. Anche gli impianti di risalita sono stati modificati, sostituendo gli esistenti, funzionanti, con degli shuttle enormi e scintillanti d’acciao.
Il tutto in zone che anni passati avevano visto il vaglio di una faticosa bonifica per renderli posti accettabili e non degni della palude de la Storia Infinita.
Loc. Sagna Longa, sopra Claviere, versante Italiano, prendeva il nome dalla ‘sagna’ ovvero la zona paludosa prima dell’avamposto della decina di baite di pastori e villeggianti vari che avevano la loro casetta nascosta e mimetizzata nel bosco. Ora il bosco è spelato, al posto della bonificata palude c’è un enorme laghetto.

La pista di bob ha avuto la vita più travagliata, rimbalzando da un paese all’altro, con sondaggi e carotaggi di vario genere che bloccarono i lavori a più riprese -sino a spostare il sito- causa presenza di uranio e amianto. Le polveri giunsero sino a torino.
Inizialmente la pista di bob doveva cintare un piccolo paesino tranquillo poco sotto Bardonecchia, Beaulard, che dopo varie petizioni, ringraziando l’amianto, ha visto spostare il folle progetto della pista che avrebbe dovuto fungere da ‘cintura’ per l’intero agglomerato di case (per lo più case di vacanzieri e qualche abitante fisso, massimo 2000 persone); la pista infatti sarebbe dovuta correre interamente attorno alle case, contenendo gli spalti con gli spettatori all’interno del centro e nelle vie del posto.
alla follia non c’è limite.

Il trampolino, col cazzo che non si vede dall’altra parte della vallata. E’ uno sfregio aperto, una lingua di cemento dipinta di verde innaturale nel versante del monte. Praticanti del salto con gli sci in italia: 2 persone.
Tralaltro, si sono infortunati nelle prove entrambi due giorni fa, ad uno è stata asportata la milza.

Coz i’m living in a material world is tha way.

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