Benvenuti a Torino #11

E la vita
e la vita l’è bela, l’è bela
basta avere un’ombrella
ti ripara la testa
e sembra un giorno di festa.
festa.



Benvenuti a Torino, benvenuti nella terra del diofa.

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Panoramica del Palavela
_eredità dei festeggiamenti del 1961 per il centenario dell’unità d’Italia.
Sito in corso Unità d’Italia, era il fulcro di un intero polo/centro fieristico totalmente in abbandono da tempo immemore, la zona detta Italia61 appunto; per anni usato per sporadiche manifestazioni sportive di basso profilo e basso interesse -Sportinsieme, Giochi della Gioventù, Stratorino- è stato interamente sventrato e ricostruito un mega palaghiaccio che con tutte le probabilità farà la stessa fine del predecessore ovale d’atletica leggera, spalti annessi.

http://www.touristime.it/index.php?method=section&action=zoom&id=890
08/02/2006
Olimpiadi: critiche all’organizzazione dei Giochi da parte di atleti americani

Critiche per il villaggio olimpico sono arrivate oggi da parte di molti dei più forti atleti che parteciperanno alle Olimpiadi di Torino.
Il campione americano di sci Bode Miller, grande favorito, ha scelto di alloggiare nel suo camper personale anche durante il tour di Coppa del Mondo.

QUESTA LA SUA DICHIARAZIONE ALLA STAMPA
“Il villaggio è per molti aspetti poco ospitale e poco adatto per il benessere di un atleta. I letti sono piccoli e scomodi”
“Ho una casa-mobile, il mio cibo, il mio letto, il mio cuscino. Sono piuttosto indipendente”.
“Credo che in queste gare così importanti, sia importante non modificare le cose”.

Anche il suo compagno di squadra Daron Rahlves, vincitore di due medaglie nei Mondiali della scorso anno, ha il suo camper, dove sta con sua moglie e il cane. “E’ bello avere un ambiente in cui ti senti a tuo agio” ha detto.

Lo sciatore austriaco Rainer Schoenfelder ha detto che intende trascorrere il minor tempo possibile nel villaggio di Sestrière. “Me ne andrò non appena finirà la combinata e non appena finirà lo slalom gigante” ha dichiarato sul suo sito personale.

Lo specialista, quarto nella combinata di Salt Lake City nel 2002, ha detto che il villaggio olimpico non è adatto a prepararlo. “Durante le Olimpiadi la gente è molto emotiva, sia nel bene sia nel male. E’ come se stessi lottando per la tua vita. Questo tipo di energia e di ambiente non vanno bene per concentrarsi per le gare”.

CAMERE FREDDE E POLVEROSE

Mentre Miller e Rahlves decidono di non mescolarsi con le migliaia di atleti che faranno del villaggio la loro casa, altri si adattavano a malapena all’ambiente.

Il pattinatore americano Johnny Weir si è immerso nell’atmosfera del villaggio di Torino, ma anche lui non è rimasto favorevolmente colpito dalla sistemazione nel Lingotto.

“E’ bello essere nel villaggio olimpico perché si tratta del villaggio olimpico, ma è spartano, la camera è fredda e polverosa”, ha detto il tre volte campione statunitense. “Quando si tratta di viaggiare sono come una principessina, ci tengo alle comodità. Ho tossito per via della polvere”.


Delle principessine e dei principi sul pisello, mi ci strabatto trequarti di cosidetta francisfordcoppoladimin.

Ma.
Il villaggio, esattamente come gli altri complessi sorti in occasione delle olimpiadi, è stato costruito con ritmi di lavoro cinesi, tra forzature economiche e gabule giudiziare, con prepotere sui soliti accozzati sabaudi bugianen -presto approfondimento sulla figura del bugianen-, con economicizzazioni e piani architettonici assurdi e speculatori anche agli occhi di un congolese anoressico.

Il villaggio atleti:

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Il Villaggio Olimpico di Torino
Il Villaggio Olimpico di Torino comprende le strutture residenziali e i servizi dedicati agli atleti che gareggeranno nel capoluogo piemontese e alle delegazioni ufficiali.

Il Villaggio Olimpico di Torino è situato in un’area attigua al Lingotto, collegata da un ponte pedonale al quartiere generale di Torino 2006, dove si troverà l’International Broadcasting Centre ed il Main Press Centre. Al centro del complesso si trova la struttura storica dei Mercati Generali, restaurata, che risale al 1934.

Il Villaggio Olimpico Torino può ospitare circa 2.500 atleti su un’area di oltre centomila metri quadrati.

All’interno del Villaggio Olimpico è presente un’area di servizi nella quale trovano sede il centro logistico, quello commerciale, l’area relax riservata agli atleti e allo staff, palestre. Sarà inoltre disponibile un�ampia area di parcheggi dedicati ai residenti.

Sono inoltre presenti il centro di accreditamento, un centro commerciale di circa 1.500 metri quadrati, due ampi ristoranti su due livelli, uno per gli atleti e gli accompagnatori ed uno per lo staff ed i volontari, sale mediche e sale massaggi, zone riservate al personale operativo.

Il Villaggio è stato progettato seguendo i criteri della bioarchitettura: pannelli e celle fotovoltaiche, una rete di teleriscaldamento e sistemi solari ad aria per la ventilazione. É previsto un risparmio del 60% dell’energia usata e delle emissioni inquinanti.

Dopo le Olimpiadi diventerà patrimonio della città: in parte verrà riconvertito a uso residenziale, in parte ospiterà spazi per la ricerca e i servizi avanzati.





Il villaggio olimpico torino.
è un accumulo di cemento e mattoni scadenti, colorato come con i pastelli dell’asilo. sono bastati due giorni di pioggia per chiazzarlo di simpatiche macchie bianco muffa sui lati dei palazzoni color blu acceso, arancione sparato, rosso bolscevico, giallo pisciothc, verde superskunk.
sono sottili come fuscelli, palazzine costruite l’una accanto all’altra, in modo tale che una volta riconvertite a uso civile, appartamenti, si possa sentire il vicino che accende la luce o lo spino, che si masturba, che si rade i peli delle gambe per andare a battere in cso unità, zona tipicamente di trans, queer et similia; sono così vicini che se voleste potreste sputare nell’occhio del vicino che cucina, potreste dargli fuoco a casa o toccare il culo della procace moglie troiona in reggiseno e tanga di pelle del vicino sexy shop più grande della città.
palazzine orrende allo sguardo, in una zona desertica, esattamente di fronte a quell’aborto ideologico che è l’Hiroshima Mon Amour, a quattro isolati da El Paso.
palazzine inutili e inutilizzabili, se non come novuelle banlieu, futuri quartieri dormitorio per i milanesi stanchi del costodellavita, futuri posti di merda.

le tanto sbandierate criteria di eco-compatibilità constano di un teleriscaldamento inattivato in parte, o abilitato per altre ma talmente esagerato da mantenere temperature di 24°c anche d’inverno – ma sono eco compatibili no? – e di delle scorreggie di pannelli fotovoltaici perennemente in ombra (o quasi) grossi come quelli per l’acqua calda nelle docce (a pagamento) dei campeggi scrausi della puglia.

il villaggio è collegato con un terribile ponte/passerella (che verrà smantellato) alla stazione lingotto e ai siti per le varie gare di pattinaggio che faranno da contorno alle olimpiadi. a buon intenditor.
immerso nel villaggio c’è il temibile arco, costruito in polonia con materiali di scarto, crepatosi ed incrinatosi dopo 3 giorni dall’installazione.

il villaggio non sarà patrimonio della città, poichè già lo è. interamente costruito con denaro pubblico, soldi nostri.
l’unico che hanno in parte costruito con fondi privati e il Media Village Verolengo (futuro update & vedi #4), discorso a parte da farsi su questo.

Nuove Periferie di Merda is tha way.

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