Benvenuti a Torino #6-bis

Oh is such a perfect day



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La Stampa / La Busiarda – 03/02/2006

100.000 euro di multa a chi usa la bandiera olimpica di Torino 2006
Autore: Marco Pisellonio

Se pensate di sventolare la bandiera a cinque cerchi durante o dopo le Olimpiadi invernali italiane che si svolgeranno a Torino pensateci bene: potrebbe costarvi centomila euro … di multa!
No, non è un errore, non avete letto male! 200 milioni delle vecchie lire! E se siete in due quasi mezzo miliardo!
Il regolamento del Cio, proprietario del “marchio” è chiaro: la bandiera con i cinque cerchi o con il logo di Torino 2006 non si può sventolare per fini commerciali.
Lo stesso dicasi per la parola “Olimpiade” e per gli aggettivi “olimpico”, come ad esempio “sconti olimpici” oppure “pizza olimpica”, e via di seguito!
E lo stesso se qualcuno, in mancanza del merchandising ufficiale, fosse venuto in mente di fabbricarli, chessò… per guarnire una torta o colorare una vetrina.
Così i negozianti torinesi devono operare dei veri e propri contorsionismi lessicali, spesso fuorvianti, come quello che ha affisso in centro il cartello: «Durante l’evento sportivo torinese il locale resterà aperto anche di lunedì»

“Quale evento sportivo? – commenta un passante – L’incontro alla bocciofila?”

Il reato si chiama ambush marketing o commercializzazione parassita, ed è questo il motivo per cui se passeggiate in questi giorni a Torino vedrete una città grigia e negozi tutti anonimi, tranne quando entrate in un McDonald’s.

“Lì il mondo cambia. Cerchi dappertutto, come neanche a Saturno” – scrive oggi Massimo Gramellini su La Stampa – “E su hamburger, patatine e cochecole fiammeggia il vocabolo rubato: Olimpiadi. Possono usarlo solo loro!”
Chi non paga per i marchi non li può utilizzare.
E siccome è impossibile verificare se l’uso di una bandiera o di un marchio viene fatta da un privato cittadino (che ad esempio la sventola da un balcone di casa) ma potrebbe anche utilizzarla come promozione pubblicitaria per attività commerciali o, peggio ancora, rivenderla, nel dubbio il Cio è chiaro: meglio evitare di correre rischi: bandiere e marchi vietati a tutti!

Nonostante i cerchi olimpici siano nell’immaginario collettivo patrimonio di tutti, in realtà appartengono solo alle multinazionali del commercio.
E come diceva Benigni e conferma Gramellini, ora che non possiamo più gridare allo Stadio (quando giocano gli azzurri) “Forza Italia!” senza passare per schierati politicamente, da queste Olimpiadi alzando i calici per brindare a questo evento dovemo dire: “Vorrei brindare alle …” … ” alle esibizioni atletiche delle prossime settimane!”, non fosse altro per non beccarci una multa Olimpica!
Torino… Passion Live Here !!!


Giusto fino a quando non riesco a mostrarvi qualcosa che decretiamo bollinato come ‘ufficiale’ vi slungo qui cosette di sottobanco che sono ben più ufficiali del bollino, seppur spinte per via ufficiosa.

Da conferenza stampa, gli arredi urbani promozionali per il passaggio della fiaccola, sono costati la modica cifra di 7 milioni di euro, che si scrive così:
7.000.000 , che equivalgono a circa quattordicimiliardi di lire, 13.553.470.000

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Sempre da conferenze stampa e promozioni varie, vengo a sapere che per lo spettacolo d’esordio sono stati spesi una cifra che oscilla tra i 7 e i 10 milioni di euro, che si scrive così;
7.000.000/10.000.000 , che equivalgono a circa quattordici/ventimiliardi di lire, 13.553.470.000/19.362.700.000.

La Fiat ha messo in cassa integrazione un’altra linea la settimana scorsa.
La Fiat è sponsor olimpico.

Napalm sugli Agnelli is tha way

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