Aphex Twin & Chris Cunningham @ Traffic Festival 2005

[no, non ci sono foto. non aveva senso farle e non avevo il pass. neanche l’avrei voluto a ben pensarci, certo non ci sputavo sopra]

Uno strano giovedì sera
ovvero
Quella volta che due nerd si fecero vedere
ovvero
LastActionElettroboy & LastActionMovieMaker
ovvero
La delusione e la smentita
ovvero
come si può ricredersi della prima impressione finendo con lo sgranare gli occhi

APEHX TWIN & CHRIS CUNNINGHAM
@ Torino Traffic Festival 2005
Parco Carrara – Parco della Pellerina

In sordina, paccando amorevolmente il master (che non me ne voglia) sia per quel pedofilo dei Trobbling che sulle indicazioni per Richard D. James, mi presento mortificato al main stage del festival meno acclamato d’italia.

Mortificato per eventi futuri di cui sarete aggiornati (mercoledì saprete, altro bollino verso l’omologa societaria, oltre ai 2 punti in più sulla patente ne ho altre in serbo per la platea).


Colpo d’occhio all’arrivo sconfortante quanto piacevole. Insomma, sembrava non ci fosse nessuno, invece l’arena sotto il palco era piena, dicono diecimila. Che mi andava benissimo forse ancor più non ci fosse nessuno, mi va bene anche i diecimila brasoni.
Saltati a piè pari Coco-pallalpiede-Rosie, Flat-E, Ned Dj e gli altri sicuramente illustri quanto a me ignoti tragati Warp, arrivo puntuale come una scorreggia dopo una fagiolata quando sale in console Richard D. James.
Palco sufficientemente scarno, uno schermo sullo sfondo, torri da 5 moduli (più basso dei precedenti -visto che li avevo montati, qualcosa mi ricordo), saranno 20/25.000 watt, ampio spreco di sagomanti e motorizzati, una decina di strobo e il doppio di quarze. Il solito carrozzone di porcari, paninari, cilonari, collaninari, catenari, birrai di contorno. Ampiamente scontato, scarno e senz’anima.

Flex [editata dal vivo], Monkey Drummer, Come to Daddy, Windowlicker, in sequenza per una mezz’ora buona aprono lo show. Bello, percarità. 4/5 degli astanti non aveva mai visto quella roba, mai visto la violenza pulita e carnale di Flex, l’angosciante precisione di Monkey Drummer, l’enorme presa per il culo decelebrante delle grida dei nani Aphexianmorfizzati di Come to Daddy, la pornografica bruttezza della cellulite delle Twin sculettanti di Windowlicker. Io si.
E che due palle, come i chemical brother, qua mixa solo pezzi già fatti con la whs alle spalle..
E’ comunque piacevole vedere lo sgomento dei giovani technerz ignoranti e lobotomizzati dall’acido.

Cassa dritta e secca in lontananza, suoni distorti, compaiono due teatrini ai lati del D.James, mentre lo schermo principale si spegne.
Due ballerine aphextwinizzate s’illuminano.
sò finte..
No, sono in carne ed ossa.
Ed ecco che iniziano quasi due ore del balletto biomeccanico più intrigante, tra mutoidi e fura del baus.
Due ore in cui un nerd con i capelli chiari manipola suoni, distorce loop ripescati in direttissima, si nasconde sotto al tavolo per uscire a braccia alzate salutando i presenti come un ragazzino ai giardinetti. Prende il suono e lo stupra, una vibrazione infinita mai sentita, frequenze nuove fastidiosamente vicine alla volontà di autodistruzione, alle volontà di decelebramento.
Dietro di lui, un nerd con i capelli scuri manipola loop presi in diretta da sei o più telecamere fisse, li gira e li contorce agli schizofrenici battiti di una cassa non cassa, di una melodia non melodica e di un ritmo non ritmico. Smonta i corpi delle ballerine che entrano ed escono per proiettarli scenograficamente nei loro rispettivi teatrini, con un operazione di cui sarebbe fiero Ballard, un po’ come un atto sessuale con una macchina o con il moncherino di piede della scimmia di Monkey Drummer che batte il tempo.

Il nerd dai capelli chiari passa spezzoni di loop noti e conosciuti alzando ed abbassando il volume del rumore dello stupro, passando da situazioni in ambienti asettici e non lineari con questo universo, riproiettandosi a capofitto con un volo su ali di cera verso la folla di newyork, con i negri che rappano e gli sbirri che vanno a troie in un peep show.
Il nerd dai capelli scuri dal canto suo fa manipolare il bit dell’onda al colore e dà una dignità d’essere propria all’immagine, viva, pulsante. Mistando il tutto a inframmezzi di incubi futuristici, malattie mentali, sociali e fisiche. Il sangue che scorre sulla telecamera sembra ancora caldo; e sembra che ci goda quasi nel mostrare la rotondità della goccia o degli incastri corporei di Flex.

Avanti così, con il pubblico stordito quanto stranito, quanto esaltato. Pogano su Come to Daddy. Chissà se pensano ai Dillinger con Mike Patton. Chissenefotte.
Bello, non c’è che dire, un occhio devastante. Cameo regalato anche a Tiziano Ferro, alla porca francesina dell’estate passata, ad Avril Lavigne.. il tutto che sfocia in un Total Celebral Deconstruction.

V.A.L.I.S. Vast Active Living Intelligence System.
l’hanno già detto, ma non è facile comprenderlo e realizzarlo..

I due nerd, dicono i vari rumors abbiano in tasca 80.000 in più dopo ieri sera. Vai a saperlo con precisione..
C’era chi lo additava come un dio. Ma vaffanculo.

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