pa.parappappara.papapa.Paris. _e scende giù dal ciel *iofanale_

I don’t practice santeria
I ain’t got no crystal ball.
I had a million dollars but i’d,
I’d spend it all.
If I could find that heina and that sancho that she’s found,
Well I’d pop a cap in sancho and I’d slap her down.
What I really wanna know,
My baby, what I really want to say I can’t define.
Well it’s love,
That I need, oh ,
But my soul will have to,
Wait till I get back and find heina of my own.
Daddy’s gonna love one and all.
//Santeria//Sublime//st//

sguisciano stavolta.
i pards sguisciano, scivolano ribadisco. perbacco.
orso
ngr
chk
F’sTP1.6IE

lisci e pedanti, ignari e spocchiosi.
anche un po’ pidocchiosi va, che anche se ti fai la doccia prima di partire, non sò bene come cazz’è ma mi lordo in una maniera indicibile nel giro di un’oretta.
macchina, treno, piedi, pulman, pattini, aereo, bici che sia..

eggià.
che la letargica sveglia era suonata, per poco ngr non si abbiocca in piedi sotto casa, appoggiato alla porta, ma noi si fanno le partenze deficenti.
però per BaccoTobacco&Venere, sono le 7 antimeridian che hai già fatto:
-carico/scarico
-scaricato il paio di catene in più (*)
-comprato pane al forno
-caffè
-cigarri
-benza
-scorreggia di circostanza

incredibile, sei troppo in tabella, manco fossi l’alpitour, c’abbiamo solo trequarti d’ora di cazzeggio alle spalle sull’orario prefissato.

e allora ‘nnamo com’annibbbale a valicà st’alpi, va.
(che poi è una di quelle robe che ho fatto un miliardo di volte, in sci, a piotte, in tenda, in pulmann, in auto, ma se non la faccio lunga..)
e si scivola via che la statale è un piacere.
oddio, bel tempo di merda, come si suol dire. simpatica nebbiolina padana di quelle modello ‘orchite tascabile’, pioggerellina modello ‘se non caco il cazz non son content’, luce modello ‘se me ne stavo a letto non facevo male a nessuno, invece’, freddo ‘vabbè a caponord un’altravolta’.
comunque i pards scivolano, goliardici e spavaldi, con la samba gentilmente offerta da LaRes-Publica nello stereo, con il carro decennale sotto i deretani.
vai lungo il rettilineo piemontese della stradale, che attraversa tutti i peggio paesi della cintura sabauda, quelli in cui ti chiedi come, che, perchè.
attrazione principale il tamrro d’assalto, ma in fondo va bene così.
curve sinuose all’attacco delle alpi, prima val di susa.
la conosci quasi palmo-palmo, che è un bel postaccio, talmente carino che agnello c’ha fatto pure le twin-towers in quota.
Bussoleno, dove la carne costa meno, fa anche la rima, Susa, a menadito quasi, con tutte quelle cazzo di frazioni inutili, tipo Buttigliera, che credo sia il nome più inflazionato della provincia per agglomerati di case.
Su Su Su, verso i pennacchi, bianchi e nebulosi quest’oggi, affascinanti come non mai, quasi non ti ricordi se hai una meta. Ma io rimango là con Dani e con Lucienne, Annabella, Heidi e combriccola. magari poi s’è fatta gnocca Heidi..
Su Su Su, i pards scivolano.
E invece, la neve inizia a incollarsi.
Crisbio, nevica. Che Fico!
Che Sturia!
Madu!
Ciuè Boh!
Beh!
Eh!
Uh.
essì che nevica un pochetto troppo, ma noi come McGyver ci si ferma e si monta le catene, che sparati scivolavamo, ma saggi&dotti&previdenti&magister siamo.

Eh Eh Eh, in culo.

Si in culo mi ficco le catene, quelle che ci siamo portati dietro, che quelle che abbiamo mollato in quel della Motorcity (*) erano quelle giuste.
*iofanale, anche in seconda a momenti non si riesce a scendere.
e letteralmente i pards scivolano alla bocca di Oulx, tabella di marcia a puttene, si scivola da un meccanico, dove alla gaudente cifra di 50 n€uroni si comprano delle catene modello ‘down-idrocefalo-can do it!’

Ma credete finisca qua?

ps
le foto per ora non son mie.

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