smell -quando odio e schifo prendono il sopravvento

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Facce, ennesime facce.
Le solite schifide, provocatorie.
Troie, diresti. (e scusate se sono esplicito e sincero).


Facce da sporcare. Non un ingoio, non un puro e semplice.
Rovinare, sporcare, me lo chiedi.
Sono un pervertito, sono sessista, sono un maniaco, così mi avete voluto e m’avete fatto diventare.

Sporcarti la faccia, e non capisci perchè.
Tu sporca che affoghi in un mare di umori e senti l’odore. La puzza della città.
Smell Like Teen Spirt.
Smell Smell Smell.
Ha un bel suono infondo.

La parola smell intendo, ma tu resti sporca, resti faccia pura da sventrare e sverginare, faccia da sporcare.
Tu che sali senza guardarti allo specchio guardandoti troppo, perfetta in tutte le tue pose, faccia da sporcare e io che scrivendo ci penso, faccia da sporcare.
Perfettamente liscia la superfice da sporcare, godendo dell’umore, godendo dell’uscita.
Ancora, continuo a vederti, sporca e contenta, faccia pulita, faccia da sporcare.
Lo invochi a gran voce, vienimi; è quasi un modus vivendi per te, non sai altro che essere, essere faccia da sporcare.
Perfetta, ogni piega, ogni mossa, ogni essere al suo posto, nulla al caso, nulla di incontrollato.
Ma senza razionalità, perchè quella ti manca.

Solo essere, puro essere messo in vetrina, carne al macero, senz’animo, senza vita, che vive d’ingoio. Seme di vita che ti muore addosso.
Sporca, ma contenta, lo chiedi per esistere.
E allora contenta mostri, grazie mai avute, mai possedute, solo controllate artificialmente.
Altrettanto artificialmente mi mostro io, cattivo e violento, estremo e radicalizzato, faccia da sporcare la tua.
Puzzi e generi voglia.
Smell.

(Smile, you’re on wiredsexdotcom.)

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