//Music Review #1//

(l'ho sempre fatto, continuo a farlo quando qualcosa mi tocca, ora che c'ho un blog fico, vuoi che non lo sfrutto???)

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marsvolta


Release Date: June 24, 2003
Format: CD/Vinyl (09/03)
Label: Universal/GSL (Vinyl)
Producer: Rick Rubin
Running Time: 60:51

1. [Son Et Lumiere] 1:35
2. [Inertiatic ESP] 4:24
3. [Roulette Dares]
[(This is the Haunt)] 7:31
4. Tira Me A Las Arañas 1:28
5. [Drunkship of Lanterns] 7:06
6. [Eriatarka] 6:21
7. [Cicatriz ESP] 12:29
8. [This Apparatus Must]
[Be Unearthed] 4:58
9. [Televators] 6:19
10. [Take the Veil Cerpin Taxt] 8:42

Cedric Zavala – Vocals
Omar Rodriguez-Lopez – Guitar
Jon Theodore – Drums
Juan Alderete – Bass
Isaiah Owens – Keyboards


the Mars Volta dalle ceneri degli At the Drive-in gruppo che dopo 5 dischi soltanto, dopo infiniti tour, infiniti sbattoni, riesce a farsi notare da un po’ più di una cerchia ristretta..
major, certo è sempre quello il passo, via major. c’è chi però ne resta, almeno in parte, staccato, o riesce a tirar fuori qualcosa di quantomeno strano (che originale è un parolone di questi tempi).
e così un po’ come jack frusciante, al culmine di quello che sembrava il gruppo con il suono e il cuore migliore, ecco che da El paso (Mex) son venuti e da la se ne ritornano. Scissi in 3 (Mars Volta, Sparta, e un altro folle gruppo dal nome impronunciabile che manco mi ricordo), diventano più prolifici che mai.
E i Mars Volta sono la parte predominante delle ceneri degli AtDi.

Pop, psichedelia, punk, un’onda anomala, uno Tsunami che ti sorprende, come attacca De-Loused…
Suoni da radio rotta, da interferenze neurali di chissà quale pianeta, la sinuosa voce di Cedric, si spalma, acida più che mai, melodiosa all’eccesso e per questo stridente, su scariche di doppia cassa. Riff a non finire, Hendirx nel cuore e i Deep Purple nelle orecchie.
E la follia non finisce, un viaggio di un’oretta, con cadute di stile (e di palle, certo, da che mondo e mondo la psichedelia fa cadere le palle se sei sobrio -se non lo sei ti manda ammmale..), ma del tutto coerenti.
Ondate di pop, di quadrate metriche squdrate in chissà quali folli labirinti mentali, un viaggio verso il deserto, con serpenti a sonagli annessi e connessi, un mondo che si estranea -fuori- e si materializza -dentro- (uh?) in onde sonore…
insomma m’è piaciuto;
(oh, ma che mi son preso stamattina????)

ps
m’hanno detto che all’IndipendentGayFestival hanno fatto 2 pezzi in 50 minuti.. stigrancazz…

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