Sforza che ti risforza, nonostante gli sforzoni scorreggianti del Governo Gentiloni si andava mese a mese sempre peggio delle più cupe e cupone previsioni degli affaristi di zona Cupolone.
Recessioni, degradazioni… Due trimesti consecutivi con il Pil negativo… Il Pil negativo: un po’ come un pelo incarnito.
Gli exdemocristi buttaron pure lì potevasi parlar di incarnazione. “Incarnizione, semmai”, fece notare il premier Gentiloni, con affettato rispetto per l’errore da penna blu di quelle opposizioni.
Il mantra delle riforme si capiva che non bastava più a tranquillizzare le Commissioni. Anche perché le Commissioni stesse temevano di finir decommissionate dalle eventuali riforme.
“L’andamento negativo del Pil avrà un impatto negativo sulle finanze”, scoprirono come acqua calda quei soloni che stavano a Bruxelles, patria dei cavolini. “I cavoloni amari gli faccio passare a quelli”, si disse avrebbe strillato Gentiloni. Ma questo era davvero incongruente col suo delicato porre le questioni: egli poi ufficialmente pronunciò una dichiarazione in cui piuttosto di cavoloni oppure cavolini, in linea con la sinistra pacifista, si preferivano tosto i cavolfiori da mettere nei cavolcannoni.

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