RICCI DI LEGNO – ovvero: L’ISOLATO DAI FAMOSI – incursione di Apolide Sedentario al Premio Fionda di Legno 2017 di Albenga
Sarò breve.
Come il tempo che mi è concesso dai Massoni.
Non sul pianeta (ché con il cassone che sti belinoni saccenti e ben distanti dal Sapienziale manco coi Frati Neri a me carogna mi possono ammazzare, non sono mica calvo…). Ma quello che non mi lasciano trascorrere coi loro invitati al banchetto in grembiulino.
Antonio Ricci quand’era piccolino faceva a fiondate con gli altri albenganini. Gente piccina. Nel senso che, cresciuti, si fregiano di fregiare qualche vip (e “io me ne fregio” diceva Petrolini…) con la “Fionda di Legno”. Tranne poi essere solo degli urbani (nel senso vigili, quelli che alle fionde fanno sequestri e multe) una volta invecchiati.
Riprovo dopo l’amaro precedente (penoso) che trovate in archivio (“Ottobre De André” in quell’occasione) a intravistare ad una iniziativa dei Fieui di Caruggi (coloro che con Ricci regazzino facevano i monelli, e poi cresciuti son diventati dei mona).
Stavolta ci sono i Nomadi, e Ceccon e Balbontin.
Dico che vengo in pace, però anche stavolta (ma con delicatezza) mi chiudono la porta in faccia (ripetendo un “mi dispiace” da fieui dei farisei).
Chiedo chi sia che comanda (e fa dispiacere i soldati). Mi si risponde a gesti siciliani di omertà.
Chiedo: “Sono i massoni?”. E mi si risponde annuendo.
Fieui del Tempio, Fieui del cappuccio (nel senso che il padre non se lo infilò quella sera, e fece il danno).
Mentre sconfitto mi devo allontanare, vedo però Antonio Ricci incamminarsi verso quel cancelletto a me sbarrato.
“Ricci”, gli dico, “è la seconda volta che vengo trattato dagli amichetti tuoi a mo’ di Luca Abete: ti sembro Luca Abete?”.
Ricci mi stringe la mano e mi dichiara che riferirà ai massoni (lui Maestro) che non possono trattarmi da suo inviato a fanculo in quel di Napoli.
Sì che ci credo.
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(c) Apolide Sedentario 2017
DOWN DOW FOREVER
(alla “responsabile” dei Fieui, trentenne boschina maestrina supponente, ripeto che essi non sono il Festival di Sanremo e manco quello di Calizzano, e che gli accrediti sono roba acre quando – bruciando il culo – prendono fuoco)
PER QUALSIASI COSA, ANTONIO E FIEUI DI, SIAMO QUIQUOQUA