LE GENTILISSIME ATTENZIONI DEL GOVERNO GENTILONI – 4° consiglione dei ministroni

Visti dati diffusi dall’Istat sulla crescita itagliana, il Governo Gentiloni non aveva da fare salti di gioia. Anzitutto perché saltare di gioia è poco gentilone (lo sarebbe forse fare saltoni di gioiona, ma in modo poco casinista, il che non sarebbe affatto semplice neppure per un semplicione). E poi perché trattavasi di evidente crescitina: Roma non diventava Romona, e neppure Ramona, che proseguiva a battere sulle strade che portano a.
Lo 0,8 di crescita del Pil non era affatto la ventilata crescita dello zero ottone per centone del pilone.
I grillini vociferavano indiscreti, tramite quelle che il Premier chiamava indiscrezioni, che pure quella risicata percentualona sarebbe andata già bene se avesse di qualche pelino superato lo zero.
Pelino, il Pil, altro che pilone. Facile, per Grillo, girarla addirittura sul “belino”. Per poi dare del belinone a Gentiloni.
Venne dunque fissato un palettone (nonostante Grillo ironizzasse sulla mancanza del secchiellone): niente nuove tassone.
Qualche tassina sulla tazzina, qualche accisina sulla benzina. Ma niente tassone sulla tazzona e niete accisone sulla benzona. O almeno non sulla benzona della zona euro, ché se no che ben zona sarebbe stare nella zona occidentale, dalla parte dei buoni e dei buononi?
Si poteva poi contare sulle entratone dell’Iva. Che si prometteva non essere trasformata in Ivona. Al massimo in Ivonne.


(c) apolide sedentario 2017
DOWN DOW FOREVER

 

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