SU LA TESTA: PIOVONO SONDE ITAGLIANE IN SUBAPPALTO RUMENO – Apolide Sedentario al “SU LA TESTA FESTIVAL” 2016 – Intraviste esclusive con LE CANZONI DA MARCIAPIEDE e GIACOMO TONI – Contiene l’eco infinita di ANTONELLA RUGGIERO

0. INTRO

L’1-2-3 dicembre, alla vigilia dell’aut aut del si o no, si tiene in Albenga (percorsa dal fiume Centa, e da qui il titolo) al Teatro Ambra l’annuale appuntamento dello Zoo (l’associazoone culturale che promuove la rassegna), il SU LA TESTA FESTIVAL 2016 (11a edizione).
Nel programma della prima serata c’è Mario Venuti. Signora Fortuna, un suo brano radiocacofonico, terminava con i versi(acci): “vado a mano liberaaa”. Venuti a mano libera. CHE REPELLENZA. Sono anni che penso al senso d’orrore artistico che provai nell’ascoltare quell’atrocità pip (la versone pipparola del pop). Salto a pié pari Mario Venuti, o quante gliene avrei dette (senza stringergli la mano).

1. DOLCE VITA SUL LUNGOCENTA IN FESTA con l’eco infinita di Antonella Ruggiero

Ospite sopra gli ospiti della treggiorni del 2016 è Antonella Ruggiero. Che però intravistai già anni fa (vedasi archivio intraviste), vincendo pure una scommessa con Sky. Lei quella sera non rilasciava interviste, e cacciò Sky e i giornalisti. Io, senza maglietta e in jeans come adesivo hippie degli annisettanta, ottenni invece risposta al mio quesito.
Quest’anno avrei preparato pure un bis (“Antonella, meglio dolci vite o grandi bellezze?” le avrei chiesto), ma Antonella Ruggiero salta il saundcièc (a cui presenzia il marito, Renato Colombo, figura eclettica delle arti pop-rock-elettroniche degli anni ’70 e ’80) per invece recarsi a ritirare il “Premio Donna per la Donna” consegnatole dallo Zonta Club femminile.
Qui comprendo che sono un troglodita, capace forse di un trogloditalino, ma che diventa trogloditomedio quanto sente ridondanze quali appunto “il club femminile che dà il premio donna a una donna”. Evito dunque l’evento, a cui peraltro Antonella fa appena apparizione, fuggendo in un quarto d’ora mi si dice, come a Antonella s’addice, lei è schiva, lei che è di Pegli, lei che è genovese, ligure inselvatichita come me.
Meglio dolci vite o grandi bellezze? Ai poster (di Antonella Ruggiero all’epoca dei poster, quindi dei tempi dei Matia Bazar) l’ardua sentenza. Stasera, invece, auscultanza di cantautorame attuale nel Teatro locale.

1. SULLA RIBALTA DEL MARCIAPIEDE (COI TACCHI) – intravista esclus(iva) con LE CANZONI DA MARCIAPIEDE

Le Canzoni da Marciapiede sono un duo a conduzione familiare. Andrea Belmonte, Valentina Pira. Più la figlioletta (assente a questa data, ma già in tour con i due saltimbanchi genitori nelle altre date di fiera, suonando il violino e cantando).
Due commedianti dell’arte in bella époque. Lui nonsparatesul pianista lei circense del burlesque. Lui rivista lei avanspettacolo, o il viceversa. Dalla Dietrich al Teatrocanzone. Ma il tutto tzigano, un carrozzone. Con il suo Re della tastiera, e una viziosa Regina degli Zingari che gioca però un po’ alla Faraona.
Due saltimbanchi, appunto. O fanfaroni. Schietti, netti, e anche sani.

Nei testi delle canzoni ammiccamenti postribolari a iosa, oppure – vista la cosa da altro punto voyeur- orgoglio riot con macchina del tempo.
“Fazzoletti per terra , ex voto alla mia libertà”, canta la primadonna della o-scena.
Per cui la mia domanda è sul triviale, ma con finale a Bolshoi.

APOLIDE SEDENTARIO:
“Mi azzardo a domandare, anche alle femmine, perché ho la Treccavalli e non un Bignami. Ma il giusti momento era nell’Età dell’Acquario, 40 anni e 9 metri fa… Veniamo dunque all’oggi… Donne e gaggi, gente con scarso appetito che getta gli avanzi nella differenziata porta a porta, e ai ratti da fogna nemmeno più le briciole: si va a ballare la morte del cigno?”

LE CANZONI DA MARCIAPIEDE:
“Speriamo di no.
La morte coi tacchi sul palco in discesa è probabile, però non sono un cigno [Valentina, ndr], sono un Calimero col collo un po’ più lungo.
Se invece intendi la società, non siamo messi benissimo. Noi che parliamo per metafora ci guardiamo attorno e vediamo molte cose negative. Ma la speranza è che la rinascita del cigno sia possibile, anche attraverso questo tipo di situazioni.”

2. IL TRIANGOLO NON AVEVA CONSIDE LATO – intravista esclusiva di Apolide Sedentario a Giacomo Toni

APOLIDE SEDENTARIO:
“In un triangolo il culo della barista ne prende due di cefali in una sorta di oscena diserzione? O è tutta scena della società dello spettacolo?”

GIACOMO TONI:
“In un triangolo rettangolo l’ipotenusa è il lato opposto all’angolo retto, e non si può dire nient’altro, assolutamente.
Sulla seconda parte abbiamo già risposto.”

3. CHIOSA

Chiuderebbero la serata i Sam & The Band. Molto azzeccati. Con una voce “internazionale”.
Ma cantano in inglese, e cutuppare l’inglisc lo lascio a Maestro William.
E lascio la sala del Teatro Ambra a Mazzipunk, e ai suoi canali audio, che funzionano diffondendo la musica terrestre e quella delle star. Mentre una razza aliena là nei cieli, dove lo struzzo mascotte di Su La Testa sceglie di non guardare, preferendo il ventre di Madre Terra originaria, stupida e capitalista come voi sta costruendo la sonda per testare se su Gea ci sia lo Zoo, la Vita.
La vita l’è bela, basta avere l’ombrela, ti ripara la (su la) testa.

 

sulatesta2016


(c) apolide sedentario 2016
DOWN DOW FOREVER
con l’ausilio tecnico di fabrizio davide mazzi & tutta la cumpa dello Zoo

 

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