BACCHETTI, NON BACCHETTONI intravista esclusiva di Apolide Sedentario con Andrea Bacchetti

1. OUVERTURE

Giovin prodigio e già in tenera età rinomato interprete di Bach, Bacchetti (o forse quindi meglio dire Bach-etti?) vengo a saper esista tramite un’intervista del TG3 Regionale. Egli analizza lucido e severo la miseria totale e irrimediabile di quanto si passa alle menti (una volta con-formate non più reversibilmente intellettive) dei passivi giovani occidentali nella dittatura ipercommerciale massmediale.
Triste sapere ch’egli suonerà per commemorare il kolossal mediatico commercial-militare, ovvero l’ 11 set (embre) niuiorchese.
E ancor più triste, recandomi poi al concerto, sentire ch’egli sia stato una stagione intera ospite fisso dello stesso mass-media (anzi in questo contesto mass-minimalia nano) in quota Piero Chiambretti.
Non potevo sapere del richiamo televisivo di codesto pianista polemista, non esponendo i miei occhi alle lusinghe softpornointellettuali del suddetto tappo brillante conduttore di show di seconda serata. E quando raggiungo la chiesa restaurata in cui suona il duo piano-flauto di Bacchetti nel mezzo della collina rivierasca resto assai sbalordito dalla ressa che anco fuor dal portale oratoriale per troppo afflusso all’interno sta classicamente seduta ad auscultare musica classica.
Da quando in qua si ammassano riempiendo ogni uliveto adibito a parcheggiare per fruire di Bach? Da quando Bach va un minuto alla tv, mi dirà poi il papà del virtuoso pianista.
Il quale d’altra parte ha appena detto che un minuto di classica in tv non serve proprio a un belin.


2. INTRAVISTA ESCLUSIVA CON ANDREA BACCHETTI

Ho saputo del concerto solamente poche ore prima ch’esso si svolgesse. In un Oratorio in pietra medievale della Liguria ancestrale della quale sono mitocondriale figlio indomito. Non posso evitare di andare, pur sprovvisto di apposite questioni da porre in composizioni vetriolesche al vip di turno. Si va di improvvisazione. Classica con FreeJazz.
E avendo sentito tosto poco prima della marchetta da vecchia bagasciona che il ligure Bacchetti ha consumato col pro-consumista Chiambretti, non posso che andare banale alla questione.

APOLIDE SEDENTARIO:
“Andrea, sono Apolide Sedentario, cattivo e fastidioso intravistatore di vip”

ANDREA BACCHETTI:
“Di vip? Ma quindi secondo te sono un vip?”

A.S.:
“Per me lo eri in quanto noto e talentuoso pianista, ma da quando ho sentito della tua partecipazione da Chiambretti allora vip lo sei patentato, e son tutti cazzi tuoi”

A.B.:
“Veramente lo so soltanto ora che me lo hai detto tu di essere un vip, ma se quindi lo sono e tu intervisti i vip allora dimmi”

A.S:
“Ho saputo della tua esistenza da una seriosa intervista su Rai3, nella quale avevi dichiarato profondo sdegno per la condizione mentale e culturale attuale dei giovani occidentali privati della conoscenza del Genio umano. Ma ora sono appunto venuto a sapere della tua partecipazione da Chiambretti. Perché?”

A.B.:
“Il perché ce lo diciamo la prossima volta, anche se in breve potrei dirti che lo ho fatto perché altrimenti non si mangia.
Ma va anche detto che in tv c’è proprio tanta patata!”

Resto un istante sospeso.
Come un ritardo del dito sopra al tasto per enfatizzare un minore.
Poi rido in maggiore.
Questo folletto del pianoforte pronuncia piano concetti fortissimi: LA PATATA.
Unica sacra religione universale.
LA PATATA.
Unico argomento inoppugnabile.

Per cui non posso che dire: “Ti avrei quasi insultato, ma se me la butti sulla patata allora con me caschi bene, e te la passo”.
Poi aggiungo che di fica ce n’è eccome anche fuor di televisione.
Ma altro non riesco a opporre, alla palese genuina verità.


3. FUGA

Prima della fuga in camerino per l’aria oggettivamente frescolina lì sul sagrato dove un tavolino distribuisce i cd di piano classico, Bacchetti firma a ciascuno copia a copia ogni disco venduto. E ad un acquirente che dice “non importa, mi hai già autografato un foglio poco fa”, Bacchetti risponde “che c’entra, dammi qua che ti firmo anche il disco”. Commento al cliente: “Bacchetti è generoso, non si risparmia affatto”, memore dei tre bis (per circa un’ora, trattandosi di suite classiche) concessi dopo le già due ore di concerto.
Quando un bambino prodigio ha dentro sé anche del godereccio pecoreccio può trattarsi di un Genio (vedi Mozart).
Quando un nanetto prosestesso cerca solo il pecoreccio non è affatto un Genio, ma un Furbetto (vedi Chiambretti).


(c) apolide sedentario 2015
DOWN DOW FOREVER

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